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Ecco perché Raul blocca il mercato del Real Madrid

L'accordo è avvenuto un anno fa sull'aereo che riportava da Mosca il Manchester campione d'Europa. Cristiano Ronaldo sapeva che quel trionfo in Champions league gli avrebbe portato altri trofei, Pallone d'Oro e Fifa world player, e molti soldi con un contratto da paura.

L'accordo è avvenuto giusto un anno fa sull'aereo che riportava da Mosca il Manchester campione d'Europa. Cristiano Ronaldo sembrava addormentato e felice in una delle poltroncine della prima fila del jet privato, lo era perché sapeva che quel trionfo in Champions league gli avrebbe portato altri trofei, Pallone d'Oro e Fifa world player, e anche perché Ramon Calderon, presidente del Real Madrid, gli aveva appena messo sotto gli occhi un contratto da paura, in quel momento il più alto in circolazione, una cifra che nessun altro calciatore si era mai visto offrire: 10,5 milioni di euro a stagione per cinque anni con l'opzione per altrettanti. Fanno più di cento milioni netti, una cifra che non cambia la vita, la ribalta.
La storia era partita esattamente l'estate precedente ma nessuno gli aveva dato molto credito. Poi, dopo la finale di Mosca e la sera stessa dell'eliminazione dall'Europeo del Portogallo contro la Germania, un Cristiano Ronaldo molto abbattuto e contrariato, aveva dichiarato: "Vado via da Manchester, sono del Real Madrid". Era circa mezzanotte di giovedì 19 giugno 2008 al St Jakob Park di Basilea, si rifecero i titoli sulla sconfitta e l'eliminazione di Felipe Scolari, la dichiarazione del possibile trasferimento di Cristiano Ronaldo a Madrid faceva più notizia.
Il 13 agosto 2003 il Manchester United lo aveva pagato 12,24 milioni di sterline, facendolo diventare così il teenager più costoso nella storia del calcio inglese. Alex Ferguson gli aveva consegnato la maglia numero 7, quella di David Beckham e prima ancora di Eric Cantona e George Best, un'investitura.
L'inizio non è dei migliori ma poi Cristiano Ronaldo supererà perfino il mitico quinto Beatles nel numero di reti realizzate nella stessa stagione con la maglia dei Red Devils, un'escalation senza confini fino alla finale di coppa, a Mosca contro il Chelsea, quando realizza il gol del momentaneo 1-0, poche ore prima di salire su quell'aereo con Ramon Calderon e i suoi fidi che custodiscono tuttora gelosamente il contratto del suo ingaggio.
Ma i conti erano stati fatti senza lo scozzese.
Appena messo a conoscenza delle intenzioni del portoghese, Alex Ferguson scatena l'inferno. Si dice che dopo aver guardato negli occhi sir Alex, Ronaldo abbia preferito rinunciare a quella montagna di soldi che gli avrebbe ribaltato la vita. Ma è altrettanto vero che lo scenario a Madrid è cambiato completamente.
Adesso Calderon è il passato, il presente è Florentino Perez, alle prese con una candidatura alla presidenza che gli costerà carriolate di euro, almeno 57 mln solo per ufficializzarla così come vuole lo statuto della società, e una campagna acquisti che dovrà essere all'altezza delle sue promesse. Ma quei 10,5 milioni a stagione non si possono dare a Ronaldo: Raul, il mito, non ne prende neppure sei e ha una clausola nel suo contratto che prevede un adeguamento automatico sull'ingaggio più alto stipulato dal club.
Ecco perché Cristiano Ronaldo al Real, ma anche Kakà o Ibrahimovic, sono operazioni al limite dell'impossibile. E se non riesce a chiudere il Real, non si capisce quale altro club può permettersi certe trattative.


L'accordo è avvenuto giusto un anno fa sull'aereo che riportava da Mosca il Manchester campione d'Europa. Cristiano Ronaldo sembrava addormentato e felice in una delle poltroncine della prima fila del jet privato, lo era perché sapeva che quel trionfo in Champions league gli avrebbe portato altri trofei, Pallone d'Oro e Fifa world player, e anche perché Ramon Calderon, presidente del Real Madrid, gli aveva appena messo sotto gli occhi un contratto da paura,

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