Paolo Scotti
da Roma
Bellissime, magrissime, patinatissime... Un tantinello plastificate, magari; ma alle star tv americane capita. Il successo, invece, è già tutto italiano. Bastava vedere lagitazione che le ha accolte ieri in una viale Mazzini semideserta causa vacanze: applausi di fan, curiosità di giornalisti, urletti e gridolini deccitazione. E loro - Edie la mangiauomini, curvilinea panterona, Bree la rossa, sorriso da Barbie ed esilità anoressica, Mary la narratrice, algida quanto impeccabile - a godersi lammirazione generale. Il motivo cera: le tre vamp sono fra le protagoniste di Desperate housewives; ovvero del caso televisivo e di costume che - collascolto più alto in 11 anni di storia del canale Abc, la vittoria di due Golden globe, la vendita in 153 paesi del mondo, il record di ascolti in Gran Bretagna, Australia, Giappone, Norvegia, Irlanda, Svezia - prevedibilmente spopolerà anche da noi, su Raidue dal 12 settembre il lunedì in prima serata. Anche se è già andato in onda sul canale satellitare Fox Life. Perché? Ma perché con le pepate e ironiche vicende di queste «casalinghe inquiete», tutto scandali e segreti oltre la facciata perbenista di splendide case altoborghesi, Desperate housewives offre «qualcosa di profondamente delizioso - come osserva Brenda Strong, interprete di Mary -. E cioè poter guardare dal buco della serratura un mondo che non è il nostro ma gli somiglia. In fondo tutti siamo un po voyeur».
Per quanto discutibile, non cè dubbio che sia proprio questo uno dei motivi del successo planetario del programma. «Gli altri si spiegano - osserva Philip Maigret, della produttrice Buena Vista - collidentificazione che milioni di telespettatori hanno trovato nelle nostre storie». Le quali partono dallinspiegabile suicidio di Mary, casalinga che tutti ritenevano perfetta e appagata. Cosa lha provocato? Lo spiega (con una trovata che risale a Viale del tramonto di Wilder) la morta stessa, che ora, dal suo originale «punto di vista», può curiosare nella vita privata delle amiche. Svelando così i sacrifici familiari della divorziata Susan, le materne crisi dellex manager Lynette, linquietudine esistenziale dellex modella Gabrielle, la perfezione solo apparente di Bree (Marcia Cross), laggressività sessuale della pluridivorziata Edie (Nicolette Sheridan). Insomma: un po di «anche i ricchi piangono» e molto del gusto per il pettegolezzo che lo showbusiness americano ha sempre coltivato con successo, a partire da Peyton place fino ad American beauty. «Se il programma è un po guardone, però, bisogna anche riconoscere che, nello svelare la complessità nascosta della vita, insegna ai telespettatori come affrontarla meglio - argomenta la Sheridan, tentando un po di sociologia -. Ironizzare sulle proprie disgrazie dà maggior forza nellaffrontarle, no?». E lidentificazione? Davvero le casalinghe nostrane potranno riconoscersi nelle suddette bellone super shampate, e in vicissitudini a metà fra satira sociale e commedia dark? «Le situazioni raccontate dal programma sono un po esasperate, è vero - sbatte le ciglia Marcia Cross, interprete di Bree -. A nessuna madre, ad esempio, verrebbe in mente di tirar fuori i propri figli da una piscina prendendoli per il collo. Ma molte desidererebbero farlo. Ecco il segreto. Desperate housewives non racconta come sono le casalinghe. Ma come vorrebbero essere». «Del resto il programma non è piaciuto solo alle donne - cinguetta Nicolette Sheridan, ovvero Edie -. Ma anche agli uomini, ai vecchi, ai bambini... E questo perché i personaggi sono molto umani. E volgono in ridere i propri drammi».
Non penalizzerebbe la messa in onda autunnale il fatto che la prima serie del programma sia già stata trasmessa da Fox Life (gran finale il prossimo 14 luglio) e che la seconda vi sia programmata per gennaio 2005: «Ora Desperate housewives sarà per tutti. E quel successo farà da traino al nostro». Che Ferrario si augura almeno «dal 14 per cento di share in su».
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