nostro inviato a Torino
Alleanze industriali come pilastro della strategia di sviluppo, razionalizzazione della produzione attraverso la condivisione del 70% dei componenti e la progressiva riduzione delle piattaforme (la base su cui viene realizzata una gamma di modelli) dalle attuali 19 a 6 nel 2012. Il tutto per ridurre i costi, innalzare le economie di scala e tagliare in modo drastico le spese derivanti dai problemi di qualità. È il nuovo approccio industriale di Fiat Auto, insieme al completamento dellorganizzazione commerciale e allobiettivo di azzerare sprechi e difetti, il punto centrale della sfida lanciata da Sergio Marchionne.
Il traguardo non è indifferente: avvicinarsi il più possibile e nel tempo più rapido agli standard della «stupefacente» Toyota, che il top manager ha preso come punto di riferimento. In questo scenario sono ovviamente inseriti i 23 nuovi modelli, oltre ai 16 «restyling» previsti tra il 2007 e il 2010, nonché la conferma che nel 2009, un anno prima di spegnere la centesima candelina, il marchio Alfa Romeo tornerà negli Stati Uniti con una serie di modelli. E proprio sul futuro del Biscione cera molta attesa da parte degli analisti. Il responsabile del brand, Antonio Baravalle, ha spiegato come cercherà di raggiungere le 300mila vetture allanno entro il 2010: «Grazie ai nuovi motori che equipaggeranno la gamma 159; larrivo di modelli come la Junior nel 2008, la 149 e lammiraglia «americana» A169 nel 2009, il Cxover (a metà tra Suv e coupé) a seguire».
La scommessa è rendere lAlfa Romeo sempre più internazionale: «Il Regno Unito ha un potenziale incredibile, almeno di 35mila unità». I primi segnali positivi, in proposito, arrivano dagli ordini riguardanti la supersportiva 8C presentata a Parigi: un migliaio, con contratti firmati anche in Libano, Arabia Saudita e Cile. Stesso obiettivo di 300mila unità è per Lancia, chiamata ad allargare il business anche a Russia e Turchia, potendo contare su modelli come la Delta Hpe e la futura Ypsilon, attesi rispettivamente nel 2008 e 2009.
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