L’enorme ondata tecnologica degli ultimi due anni (ebook, ereader, soprattutto iPad, smartphone e negozi on line per la vendita di «app») sta trasformando ulteriormente un settore editoriale già molto sperimentale: quello dei libri per bambini e adolescenti. Nei prossimi decenni, azzardiamo, queste case editrici si snatureranno fino a trasformarsi in «factory» di contenuti e comunicazione a 360 gradi, con redattori che lavoreranno gomito a gomito con programmatori web. D’altronde, gli editori che hanno in catalogo un «personaggio» conosciuto in tutto il mondo perché non dovrebbero approfittare delle nuove tecnologie per diffondere ovunque Geronimo Stilton o Harry Potter, decuplicandone il potenziale economico? Con buona pace dei «vecchi» cari supporti di carta: i libri.
«Di fatto per Geronimo Stilton – dice Laura Donnini, amministratore delegato di Piemme – stiamo puntando molto sull’iPad. Tra tutti gli ereader, è quello che consente un’esperienza di lettura molto più complessa e multimediale. La quota di mercato di Piemme nell’editoria per ragazzi è del 18 per cento: il 10 per cento è dato da Stilton, con 150 titoli suddivisi in parecchie collane. Abbiamo fatto tesoro delle reazioni che in passato provocò l’inserimento nei libri di carta di profumi, odori e altre esperienze sensoriali tra le più diverse, e abbiamo cercato di trasportare tutto sui nuovi supporti tecnologici. I risultati ci stanno dando ragione».
È solo l’inizio. Le applicazioni di Stilton sull’App Store sono state per settimane di fila le più vendute. Il primo titolo (su tre usciti, incentrati sulle Storie da ridere del topo-giornalista) è nella classifica dal primo giorno. Ogni tre settimane la casa editrice rilascia un app che consente ai fan di Stilton di sottolineare, colorare, prendere appunti vocali, ascoltare la voce del topo e giocare a «Trova l’ombra» o «Trova le differenze». Ci sono persino fumetti di Stilton per iPhone e iPad. «Ma l’investimento più grosso – spiega Donnini – è stato la trasposizione per iPad di Nel regno della fantasia, che è da sempre nella Top20 dei più venduti del settore e ormai ha raggiunto, su carta, la sesta puntata». La serie – altresì conosciuta come «librone delle puzze»: di fumo, di drago, di zolfo – è diventata un app di oltre 300 pagine di lettura, strutturata in modo da permettere un approfondimento continuo: le parole si animano (come in Alice nel Paese delle meraviglie) e alcuni grafismi rendono il libro navigabile a decine di livelli.
Se i piccoli lettori nativi digitali cominciano con questi testi interattivi, chi li riporterà, diventati adulti, al fin troppo lineare Thomas Mann? Stiamo provocando «guasti nucleari», per dirla con la canzone di Samuele Bersani? Oppure, semplicemente, soluzioni tecniche come le app cambieranno il modo di fare editoria? Il libro e l’esperienza individuale della lettura sta diventando sempre più «social»: Battello a Vapore, a giorni, uscirà con l’app del Mago Casanova: l’iPad darà «vita» al Mago e i piccoli lettori potranno vederlo insegnare i trucchi del mestiere, nonché (possibilità inedita per un libro) inviare sms sull’argomento ai loro amici. Per non parlare del futuro delle graphic novel su ereader, anche se qui il pubblico di riferimento è più grandicello: in arrivo quella de Il cacciatore di aquiloni di Hosseini, già pubblicato in un formato app molto ricco: testo, audiolibro, apparati. Cliccando sulle parole in blu si origina un approfondimento saggistico ispirato a un libro della traduttrice di Hosseini, cliccando sulle rosse abbiamo delle fotografie, le stesse realizzate per l’edizione illustrata su carta.
Insomma, siamo a un passo dalla pubblicazione di un libro direttamente sotto forma di app, proprio quando tutti scommettono sul formato epub, che potrebbe rivelarsi «vecchio» prima del previsto. L’imporsi di un device anziché un altro condizionerà il mercato, più di quanto si voglia ammettere. «Sono tempi movimentati e molto interessanti – commenta Bruno Mari, vicepresidente Giunti, che tra i 500 ebook del suo catalogo ne ha 250 per ragazzi -. Anche se non scommetterei su un mercato profilabile sul successo o meno delle app. È più facile che i genitori diano ai bambini l’iPad anziché Kindle: è più ludico. Non vuol dire che i classici per l’infanzia siano perduti: quando a settembre abbiamo deciso di sbarcare sugli store internazionali di ebook, il nostro best seller è stato Pinocchio, di cui siamo gli editori storici. Il terreno degli ereader è congeniale allo sviluppo di prodotti dell’infanzia, che diventeranno, per i nativi digitali, una naturale modalità di approccio alla conoscenza».
Ma c’è anche chi non si fa travolgere dall’entusiasmo: «No, per Harry Potter ancora niente in digitale – rivela Gianluca Mazzitelli, amministratore delegato di Salani -. Anche perché i diritti di pubblicazione elettronica li ha ancora in mano J.K. Rowling, e occorrerà sentire pure la Warner. Non è detto che si svilupperà qualcosa di particolarmente innovativo. La Rowling è famosa per pretendere fedeltà a quanto ha scritto. Altre operazioni? Può darsi con qualche prodotto di Coccinella editore. Ma i più piccoli sono abituati a mettere le dita nei fori di un libro di carta, squadernarlo, giocarci in un modo molto più fisico di quanto si possa fare con un iPad. È una fase embrionale. Non abbiamo fretta. E non abbiamo nemmeno un approccio pionieristico».
«La verità – ci dice Gian Luca Pulvirenti, amministratore delegato di De Agostini – è che l’ebook per bambini e ragazzi potrà crescere se non sarà la mera trasposizione del testo originale. L’arricchimento dei contenuti è d’obbligo.
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