Abbonati a ilGiornale PDF Premium
potrai consultarlo su PC e su iPad:
25 euro per il mensile
120 euro per il semestrale
175 euro per l'annuale
Ecco svelati i segreti del Quirinale
Dietro il tramezzo «posticcio» spunta la galleria di Pietro da Cortona voluta da Alessandro VII
Dietro il tramezzo «posticcio» spunta la galleria di Pietro da Cortona voluta da Alessandro VII
Pier Francesco Borgia
Il presidente Ciampi è solito indicare il palazzo del Quirinale come «la casa comune degli italiani». Una «casa» le cui mura - se potessero parlare - racconterebbero mezzo millennio di storia. Non quella marginale di fatti minori e piccole beghe provinciali. Quella, bensì, con la «S» maiuscola, visto che prima di diventare il «palazzo» della Repubblica italiana, la celebre dimora è stata anche prezioso e lussuoso albergo di papi e monarchi.
Ora alle mute pareti viene concesso il lusso di svelare qualche segreto, grazie ai recenti lavori di ristrutturazione che hanno accompagnato lintero settennato di Ciampi e che si sono avvalsi anche della preziosa collaborazione di uno sponsor deccezione: la Banca nazionale del Lavoro.
Dal 3 al 13 maggio sarà possibile visitare i saloni del piano nobile del palazzo. Dalle 10 alle 18.30 i visitatori verranno accompagnati a gruppi di 35 tra gallerie e camere per ammirare alcune parti di quel complesso e vasto nucleo architettonico nato dalla volontà di Gregorio XIII e che ha visto la luce (almeno nel suo corpo originario) nel 1593 ad opera del Mascarino. Si potranno in questo modo ammirare i recenti restauri che non solo - in molti casi - hanno ridato agli ambienti il volto originario ma ci restituiscono una cronistoria esatta ed entusiasmante dellavvicendamento di gusti, valori culturali e ideologie che da sempre accompagnano levolversi della storia politica ed economica di una nazione.
Sotto gli occhi di tutti - anche per lacceso dibattito tra gli storici dellarte - è il restauro della facciata del palazzo. Alla fine (nel 2002) è stato scelto il color travertino. Una scelta premiata dal ritrovamento (del tutto casuale) di un affresco del Seicento raffigurante proprio il palazzo papale nel suo originario splendore e nel color travertino. «Una fortuita caduta di intonaco nella sala dei parati piemontesi - spiega Louis Godart, consigliere del presidente per il patrimonio artistico - ha portato alla luce alcuni tratti di un affresco che, poi, una volta ripulito, abbiamo potuto datare ai tempi del pontificato di Paolo V. La sorpresa più entusiasmante è arrivata, però, nella sala del trono mentre si stava mettendo mano allimpianto elettrico. «Quella sala - spiega ancora Godart - era stata ricavata dai francesi tagliando in tre con imponenti tramezzi la galleria fatta realizzare nel 1656 da Alessandro VII e contenente alcuni affreschi realizzati da Pietro da Cortona».
A partire dal prossimo «settennato», poi, la «casa comune degli italiani» aprirà le porte ogni domenica.
Il presidente Ciampi è solito indicare il palazzo del Quirinale come «la casa comune degli italiani». Una «casa» le cui mura - se potessero parlare - racconterebbero mezzo millennio di storia. Non quella marginale di fatti minori e piccole beghe provinciali. Quella, bensì, con la «S» maiuscola, visto che prima di diventare il «palazzo» della Repubblica italiana, la celebre dimora è stata anche prezioso e lussuoso albergo di papi e monarchi.
Ora alle mute pareti viene concesso il lusso di svelare qualche segreto, grazie ai recenti lavori di ristrutturazione che hanno accompagnato lintero settennato di Ciampi e che si sono avvalsi anche della preziosa collaborazione di uno sponsor deccezione: la Banca nazionale del Lavoro.
Dal 3 al 13 maggio sarà possibile visitare i saloni del piano nobile del palazzo. Dalle 10 alle 18.30 i visitatori verranno accompagnati a gruppi di 35 tra gallerie e camere per ammirare alcune parti di quel complesso e vasto nucleo architettonico nato dalla volontà di Gregorio XIII e che ha visto la luce (almeno nel suo corpo originario) nel 1593 ad opera del Mascarino. Si potranno in questo modo ammirare i recenti restauri che non solo - in molti casi - hanno ridato agli ambienti il volto originario ma ci restituiscono una cronistoria esatta ed entusiasmante dellavvicendamento di gusti, valori culturali e ideologie che da sempre accompagnano levolversi della storia politica ed economica di una nazione.
Sotto gli occhi di tutti - anche per lacceso dibattito tra gli storici dellarte - è il restauro della facciata del palazzo. Alla fine (nel 2002) è stato scelto il color travertino. Una scelta premiata dal ritrovamento (del tutto casuale) di un affresco del Seicento raffigurante proprio il palazzo papale nel suo originario splendore e nel color travertino. «Una fortuita caduta di intonaco nella sala dei parati piemontesi - spiega Louis Godart, consigliere del presidente per il patrimonio artistico - ha portato alla luce alcuni tratti di un affresco che, poi, una volta ripulito, abbiamo potuto datare ai tempi del pontificato di Paolo V. La sorpresa più entusiasmante è arrivata, però, nella sala del trono mentre si stava mettendo mano allimpianto elettrico. «Quella sala - spiega ancora Godart - era stata ricavata dai francesi tagliando in tre con imponenti tramezzi la galleria fatta realizzare nel 1656 da Alessandro VII e contenente alcuni affreschi realizzati da Pietro da Cortona».
A partire dal prossimo «settennato», poi, la «casa comune degli italiani» aprirà le porte ogni domenica.
Speciale:
I commenti saranno accettati:
Qui le norme di comportamento per esteso.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Qui le norme di comportamento per esteso.
Condividi:
Commenti: