Ecco tutti i segreti del Superenalotto

Per la prima volta una nostra giornalista ha assistito a un’estrazione della lotteria che fa sognare l'Italia. Le palline con i numeri vorticano in una sfera trasparente agitate da un getto d’aria deciso dal computer, fino al momento fatidico. E lo Stato vince sempre

Ecco tutti i segreti del Superenalotto

Roma - La pallina gialla è immobilizzata in una ghigliottina. La linguetta scatta, la pallina viene imprigionata, scende giù dallo scivolo trasparente come un diamante che rotola in un Acquapark. Poi torna il soffio dell’aria, le palline frullano, come centrifugate, sogni di quasi 50 milioni di italiani che vorticano senza senso, atomi volanti, si scontrano nella sfera. Il meccanismo scatta di nuovo, all’improvviso. Ghigliottina, secondo numero, la pallina si ferma e rotola giù. Aria che corre, le palline tornano a girare. E via così, la fortuna in diretta che stordisce, incanta, mentre intorno, nella stanza scollegata dal resto del mondo, dieci custodi controllano, segnano, guardano in silenzio il video luminoso dove compaiono i numeri: 64, 32, 85...
Il luogo del grande sogno è questo: Roma, Trastevere, piazza Mastai, sala dell’estrazione del Superenalotto, il montepremi di Stato più alto del pianeta. Concorso numero 114 di giovedì 23 settembre. Sestina: 64, 32, 85, 25, 90, 74. Numero jolly 6. Numero superstar 29. Il tempo di verbalizzare e la comunicazione è trasmessa a giornali e agenzie di stampa. Il 6 non esce neanche stavolta, solo un 5 stella.
«E lei?». La schedina era stata offerta da un dirigente dei Monopoli di Stato, pochi minuti prima delle 19.30: «Zero! Mi avete regalato uno zero». Il presidente della commissione ministeriale sorride: «Non sia triste signorina, noi pure abbiamo giocato quattro schedine, tutte zero!».
Da 97 estrazioni, oltre trenta settimane, con una media di spesa di 0,25 euro al giorno per 47,7 milioni di adulti italiani, il 6 non si vede. Il 6 si aspetta e si detesta, su Internet fioccano le illazioni su questo concorso che non arriva mai a conclusione, che spolpa portafogli e speranze, consuma i sogni e più alza il montepremi (145 milioni) più allontana l’ottimismo e più fa venire voglia di sfidare la combinazione invisibile. Il gioco diventa sofferenza. Tra i tanti lettori sorpresi, o arrabbiati, un ingegnere ha scritto al Giornale che può essere che «il computer centralizzato, in pochissimi secondi, possa far formulare al dispositivo predisposto per l’estrazione proprio una delle combinazioni non presenti fra quelle effettivamente giocate».
Il 6 che sfugge è un mistero che scorre sotto l’attualità politica e le incertezze del Paese. Ai Monopoli di Stato aprono le porte e spiegano: «Vedere l’estrazione? Prego, chiunque vuole può assistere». Nello scrigno sacro della fortuna, basta chiederlo con un po’ d’anticipo, è possibile entrare per qualsiasi cittadino. Gli avvocati del Codacons, l’associazione dei consumatori, lo fanno più o meno a ogni concorso.
Sono le sei e mezzo di sera: è questa l’ora in cui tutto inizia. Si entra nella stanza del Superenalotto, sfondo rosso, sensazione come di uno studio di registrazione, telecamere e monitor, le due sfere sul fondo.
Gli uomini della fortuna sono sei componenti della commissione ministeriale, tra cui il banditore, sempre scelti a rotazione, e quattro di Sisal, il concessionario. Due finanzieri vigilano sulle operazioni. In questa fase si può rimanere seduti su una delle poltroncine della stanza con il cellulare acceso: è la prova generale. Negli stessi minuti in Italia si continua a giocare e nella sede Sisal di viale Sacco e Vanzetti su quattro hard disk sono convogliati i dati delle schedine.
Le due sfere, ci spiegano, vengono pulite ogni giorno. Sono due perché una è l’oracolo del Superenalotto, l’altra è utilizzata per un solo numero, il Superstar, la cifra stellina che può far aumentare la vincita fino a 25 volte. Una volta al mese sono sottoposte a manutenzione straordinaria. È una pompa che immette l’aria. Il getto, il comando, è azionato da un computer. Due sfere, due computer differenti. Sfere e palline sono fornite dalla ditta francese Editec, 10mila euro il costo di ogni set da 90, 5 mila giocate la vita media di ogni pallina. Due tecnici infilano i guanti. Le biglie della fortuna non si sfiorano a mani nude.
Si prova. Il responsabile Sisal apre l’armadio di sicurezza. In un contenitore di plastica sono conservati gli hard disk per i due computer e la chiave della valigia test. Le palline gialle sono infilate nelle sfere. Comando, aria, vortice di numeri, sestina cavia. C’è quindi una combinazione segreta, necessaria ma non valida, che precede l’estrazione ufficiale.
Poi tocca alle tre valigette. Solo due vengono scelte: tre dadi per due numeri. Anche in questo caso le chiavi sono custodite nell’armadio. Il responsabile di Sisal controlla che il numero del sigillo di sicurezza corrisponda a quello registrato la volta precedente. Si caricano le sfere: 90 palline di qua e 90 di là. Ognuna viene adagiata su un chip. In questo modo ogni pallina scelta viene identificata sul monitor. Alle 7 e mezzo in Italia si smette di giocare.
Alle otto in punto nella stanza del Superenalotto si può partire. «Spegnere i telefonini». Arriva la presentatrice del canale Sisal tv, una ragazza bionda che annuncia l’inizio del concorso. Uno dei responsabili aziona dal computer il comando di avvio della prima sfera, l’aria inizia a soffiare. Viene da chiedersi: ma se la potenza dell’aria viene dosata, se si studia il moto delle palline... Il movimento però è quanto di più casuale si possa vedere con i propri occhi, uno sparpagliamento velocissimo di novanta diamanti gettati in un mulinello d’acqua che combattono in uno spazio ristretto. Ogni numero catturato compare sui monitor della sala. Fino al settimo: il jolly. E poi di là, la seconda sfera. Il Superstar.

In meno di cinque minuti arriva il verdetto dalla sede di viale Sacco e Vanzetti. Telefonini di nuovo accesi. Il presidente della commissione ministeriale scuote la testa. Il 6 non c’è, ancora. Nella stanza della fortuna, tutti a zero.

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