
Francesca Albanese contro gli Usa. Una settimana dopo l’annuncio delle sanzioni americane da parte del Segretario di Stato Marco Rubio – che ha definito il suo operato “parziale e malizioso” – la relatrice speciale delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati ha affermato che i provvedimenti della Casa Bianca costituiscono una "violazione" della sua immunità.
Da Bogotà, dove è in corso un vertice internazionale promosso dal presidente di sinistra Gustavo Petro per trovare soluzioni al conflitto di Gaza, la Albanese ha definito le sanzioni statunitensi “una misura molto seria”: “Non ha precedenti. E la prendo molto seriamente".
Al centro del dibattito internazionale per le sue accuse Israele, che a suo avviso starebbe commettendo un “genocidio” a Gaza, la giurista italiana ha affermato che le sanzioni di Washington sono “una chiara violazione della Convenzione Onu sui privilegi e le immunità, che protegge i funzionari delle Nazioni Unite, compresi gli esperti indipendenti, dalle parole e dalle azioni intraprese nell'esercizio delle loro funzioni". I provvedimenti Usa, ha aggiunto, sono "un monito per chiunque osi difendere il diritto internazionale e i diritti umani, la giustizia e la libertà".
Sette giorni fa Rubio ha annunciato che gli Stati Uniti avrebbero sanzionato la Albanese "per i suoi illegittimi e vergognosi sforzi volti a indurre la Cpi ad agire contro funzionari, aziende e dirigenti statunitensi e israeliani". Giovedì l’Onu ha esortato Washington a revocare le sanzioni, mentre venerdì è stato il turno dell’Unione europea. Bruxelles ha inoltre evidenziato di "sostenere fermamente il sistema delle Nazioni Unite per i diritti umani".
A sollevare il polverone è stato il report “Dall’economia di occupazione all’economia di genocidio”, in cui la Albanese – nominata nel 2022 – accusa le principali aziende tecnologiche americane – da Amazon a Microsoft – di fornire un supporto cruciale alle operazioni
militari israeliane nei territori palestinesi occupati. A suo a dire, varie realtà a stelle e strisce avrebbero “tratto profitto dall'economia israeliana dell'occupazione illegale, dell'apartheid e ora del genocidio".