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Energia stabile e pulita con il nuovo nucleare

Reattori modulari, sicurezza e filiere nazionali: con la nascita di Nuclitalia, il Paese torna a guardare all'atomo, come alleato delle rinnovabili

Energia stabile e pulita con il nuovo nucleare

Il nucleare torna al centro del dibattito energetico, non più come scelta ideologica ma come risposta pragmatica alle nuove esigenze del sistema elettrico. Con una quota crescente di produzione affidata a fonti rinnovabili come eolico e fotovoltaico, caratterizzate da una naturale intermittenza, la sfida consiste nel garantire continuità, sicurezza e stabilità della rete. In questo scenario, il nucleare rappresenta un elemento di equilibrio, come fonte capace di assicurare produzione costante, di rafforzare l'indipendenza energetica e di accompagnare lo sviluppo delle rinnovabili e degli impianti di storage, senza sostituirli.

L'attenzione si concentra oggi sulle tecnologie di nuova generazione, in particolare sui reattori modulari di piccola taglia (SMR) e sui reattori modulari avanzati (AMR). Questi impianti sono più compatti e flessibili rispetto alle centrali del passato. Non solo: sono progettati per garantire i migliori livelli di sicurezza, riducendo costi e impatti ambientali. SMR e AMR sono, soprattutto, pensati per integrarsipossono così affiancarsi alle rinnovabili, nell’obiettivo di raggiungere prima possibile il Net Zero.

A rendere interessanti gli SMR e gli AMR sono anche i vantaggi sul piano industriale. A differenza delle grandi centrali nucleari tradizionali, questi reattori richiedono investimenti iniziali più contenuti. Per una potenza di circa 300 megawatt, per esempio, il costo stimato varia tra i 2 e i 3 miliardi di euro, contro i 12–15 miliardi necessari per un impianto convenzionale da 1 gigawatt (solo poco più di tre volte più grande). Si tratta di una soglia più accessibile che apre la strada a una maggiore diffusione della tecnologia e a un coinvolgimento più ampio di operatori e investitori.

Un altro elemento chiave coincide con la standardizzazione industriale. I reattori modulari vengono in larga parte assemblati in fabbrica e poi trasportati sul sito di installazione, riducendo tempi di costruzione, complessità progettuale e rischi legati ai cantieri, in modo tale da superare due dei principali limiti storici del nucleare: i ritardi e gli sforamenti dei costi. Sul lungo periodo, SMR e AMR promettono anche una maggiore stabilità operativa, con una vita d’esercizio prevista che supera i 60 anni, e con costi di produzione dell'energia più prevedibili rispetto a quelli delle fonti fossili. Un fattore, questo, che rende il nucleare di nuova generazione una fonte affidabile per la sicurezza energetica, capace di fornire energia continua e programmabile a supporto di un sistema sempre più basato sulle rinnovabili.

La sicurezza è un aspetto fondamentale da considerare, al quale si affianca però anche la questione della sostenibilità ambientale. Le tecnologie SMR e AMR prevedono sistemi di raffreddamento passivo, riduzione delle scorie, in particolare per gli AMR, che possono riutilizzare parte dei materiali esausti, con l'obiettivo di arrivare a una filiera a basse emissioni e alta efficienza, complementare alle rinnovabili.

Il quadro europeo conferma che il nucleare è tornato a essere una leva strategica delle politiche energetiche dei vari governi. All'interno dell'Unione Europea sono operativi circa 100 reattori nucleari mentre oltre una dozzina di Paesi ha avviato o rilanciato programmi di sviluppo. Francia, Svezia, Polonia, Bulgaria, Ungheria, Finlandia, Olanda, Svizzera e Belgio tra gli altri, vedono nel nucleare di nuova generazione uno strumento fondamentale per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica.

Anche l'Italia guarda con crescente attenzione a questo scenario. L'aggiornamento del Piano nazionale integrato energia e clima (PNIEC) del 2024 prevede, nel lungo periodo, una capacità nucleare compresa tra 8 e 16 gigawatt entro il 2050, cioè una quota tra l'11 e il 22 % del fabbisogno elettrico nazionale.

In tale contesto si inserisce la nascita di Nuclitalia, la società costituita da Enel, Ansaldo Energia e Leonardo, per guidare lo sviluppo del nuovo nucleare italiano. La sua mission si sviluppa lungo tre direttrici principali: prima di tutto l'analisi e la selezione delle tecnologie più adatte, partendo dai reattori modulari di piccola taglia (SMR), oggi i più maturi, ma con uno sguardo anche ai reattori avanzati (AMR) in via di sviluppo. Secondo obiettivo, ma non per importanza, l'individuazione di opportunità di partnership industriali e di co-design per valorizzare le competenze della filiera nazionale. Infine, la partecipazione, insieme a università e centri di ricerca, ai programmi internazionali di ricerca e sviluppo sui reattori di quarta generazione.

Tre obiettivi ambiziosi da conseguire per costruire una filiera industriale italiana sostenibile e competitiva, in grado di accompagnare la transizione energetica e contribuire alla riduzione della dipendenza dai combustibili

fossili. Il nuovo nucleare si candida così a diventare uno dei pilastri di un sistema energetico italiano più sicuro, decarbonizzato e resiliente, capace di affiancare in modo strutturale la crescita delle fonti rinnovabili.

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