Prendiamoci una licenza tecnologica. Per una settimana parliamo di telefonini e smartphone. E lasciamoci alle spalle la finanza, il consiglio di amministrazione di Telecom che lunedì decide su «La7», mezza industria italiana sotto inchiesta e una Borsa che arresta (sì certo non proprio lei) un millantatore come Proto e si dimentica di BlackRock, che coincidenza delle coincidenze, vende le azioni Saipem (come anticipato proprio da questa Zuppa) solo un giorno prima del loro crollo sui mercati. Lasciamo perdere pure Fastweb che di tecnologia se ne intende, i cui manager sono stati accusati di associazione a delinquere con persone con cui, secondo la stessa accusa, non hanno mai preso un caffè: si potrebbe definire associazione a delinquere di quarto grado. Insomma parliamo per poche righe dell'unica cosa che non abbandoniamo mai: il telefonino.
Vodafone e Telecom sono partiti con il 4G. Sui telefoni Tim trovate scritto «4g» e su quelli Vodafone «Lte». Ma la sostanza non cambia: per ora il download dei dati va come una lippa. E certamente meglio della rete wifi che avete in azienda. Con due piccoli problemini: indoor, cioè sempre, le mura fanno da filtro e solo alcuni quartieri di poche città sono cablati. I veri tecnomaniaci non possono più farne a meno.
Ma in prospettiva viene da chiedersi a che diavolo servirà la rete fissa.
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Lo sport fa male. Una società americana che si occupa di assicurare i vostri gingilli ha fatto una ricerca niente male: 23 milioni di americani rompono il telefonino assistendo alle partite dei loro sport preferiti. Ma ecco la classifica degli incidenti:
1) La caduta normale dalle mani: 33 per cento.
2) I liquidi, l'evento più frequente è che vi cada nella toilette: 18 per cento.
3) Il telefonino cade nella birra (si proprio la fantozziana birra davanti alla televisione): 13 per cento dei casi.
4) La caduta isterica, perché vi siete arrabbiati o state godendo come dei pazzi: 12 per cento.
5) Solo l'8 per cento per la caduta del telefonino dal tavolo.
Insomma, questi demenziali cinque motivi sono un vero affare per le case produttrici di telefonini: che da una parte fanno gli spot durante i grandi eventi sportivi e dall'altra sanno che la vostra squadra del cuore è il maggior rischio che corrono per la loro sopravvivenza (dei telefonini, si intende). Meditate gente, meditate.
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Ma i veri geni sono, come spesso avviene quelli della Apple. Un analista di Morgan Stanley, Scott Devitt, scartabellando tra i bilanci dell'azienda si è accorto di un ricavo inatteso. E che arriva dal motore di ricerca, Google. È pari a un miliardo l'anno: mica male. Anche perché la società dell'iPhone non deve fare nulla: se non preimpostare nei suoi smartphone, Google, come motore di ricerca. E loro pagano. O forse anche noi.
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Molti dannati del volo Roma-Milano o viceversa si sono installati il Flightradar24. Una piccola applicazione per telefonini. Versione pro. Fornisce nome e cognome del volo (cioè la sigla Az, che è quella che interessa), posizione sulla carta geografica dello stesso, altezza e velocità.
Un piccolo tic mentale (simile a quello di Ruzzle) per vedere se a loro tocca «il ritardato arrivo dell'aeromobile» o è una palla inventata dalla compagnia per giustificare un ritardo alla partenza. I maniaci lo accendono ancora in volo, cosa vietatissima, per sentirsi un po' piloti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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