Economia

Addio a Mancuso, era il "papà" di Equinox

Il finanziere si è spento a Milano a 70 anni, sua l'idea del fondo nel 2002

Addio a Mancuso, era il "papà" di Equinox

Addio a Salvatore Mancuso, 70 anni, fondatore nel 2002 del fondo Equinox e tra i protagonisti della finanza italiana, e non solo, degli ultimi cinquant'anni. A investire nel fondo, un vero e proprio salotto finanziario di inizio Millennio, erano stati tra gli altri l'allora Banca Intesa, Pirelli, De Agostini e Hopa. L'annuncio della scomparsa è stato dato dal fratello Bruno, sindaco del comune di Sant'Agata Militello, in provincia di Messina, dove il finanziere era nato nel novembre del 1949.

«Perché crede che mi chiami Salvatore? Amo salvare le aziende», soleva affermare Salvatore Mancuso. Il finanziere si è mosso per anni a cavallo tra il mondo delle imprese e quello bancario per raggiungere le cronache finanziarie con l'investimento in Alitalia, di cui Mancuso è stato vicepresidente dal 2009 al 2013, nell'era del Cai, la cordata di capitani coraggiosi che, nel 2008, era stata coinvolta in uno degli ormai innumerevoli tentativi di salvataggio dell'ex compagnia di bandiera.

Più fortuna hanno avuto altri investimenti effettuati da Mancuso tramite Equinox e oggi chiusi: dalle navi di Moby, a Fisia Italimpianti (gruppo Impregilo) fino a Manuli, dalle scarpe inglesi Church's, al biotech di Esaote, fino ai salumi Citterio e ai cosmetici di Intercos. Oggi il fondo lussemburghese specializzato in ristrutturazioni aziendali è concentrato sul brand di moda tedesco Adler, sull'abbigliamento tecnico sportivo di Manifattura Valcismon che opera con i marchi Sportful, Castelli e Karpos e sul gruppo Quid Informatica.

Appassionato di nautica e di mare, il finanziere, dopo aver mosso i primi passi in Sicilcassa approda nel mondo aziendale. La svolta per Mancuso arriva nel 1984 con l'ingresso nel gruppo di cantieristica siciliana Rodriguez come direttore centrale della pianificazione prima e poi come amministratore delegato. Grazie alla quotazione in Borsa della Rodriguez il finanziere consolida i rapporti anche con Gaetano Miccichè e Corrado Passera.

Tra il 1992 e il 1995 Mancuso diventa quindi ad del Gruppo Gerolimich/Unione Manifatture, mentre nel 1994 è nominato ad di Iritecna, società a controllo pubblico attiva nell'impiantistica a cui fanno riferimento tra l'altro Condotte, Aeroporti di Roma e Autostrade. Tra il 1996 e il 1998 l'imprenditore si occupa della ristrutturazione di Santavaleria spa.

Approdato poi nel 2006 al cda di Capitalia, l'anno successivo Mancuso è nominato presidente di Banco di Sicilia ed è chiamato a gestirne l'integrazione in Unicredit, innescando un braccio di ferro con l'allora numero uno di Piazza Cordusio, Alessandro Profumo, nella difesa dell'autonomia dell'istituto siciliano.

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