Economia

Adesso Bankitalia fa lo spot alla legge sull'autoriciclaggio

Visco: "La criminalità frena investimenti esteri". Ma non dice che la legge sarà un disincentivo per tutte le imprese (italiane e straniere)

Adesso Bankitalia fa lo spot alla legge sull'autoriciclaggio

"La criminalità ha un effetto negativo sugli investimenti in generale e quelli dall’estero in particolare". Ricordando che, tra il 2006 e il 2912, senza la criminalità i flussi di investimento esteri in Italia sarebbero risultati superiori del 15%, pari "a quasi 16 miliardi di euro", il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco ha invocato "una rapida approvazione della legge" sull'autoriciclaggio. "Sarebbe un primo, importante passo dopo anni di discussione", ha detto sottolineando che il testo in discussione "rappresenta un compromesso tra diverse posizioni" e non esclude "ulteriori misure".

Intervenendo a un convegno della Banca d'Italia e della Fondazione Cirgis dal titolo Contrasto all’economia criminale: precondizione per la crescita, Visco ha spiegato che è "importante completare l’apparato repressivo con strumenti normativi che assicurino la possibilità di perseguire più efficacemente reati oggi diffusi, ancorchè di difficile emersione, come la corruzione e l’evasione fiscale". In molte occasioni il governatore di Bankitalia ha segnalato l’urgenza di introdurre nell'ordinamento il reato di autoriciclaggio. Secondo Visco, "la definizione di un'adeguata fattispecie penale consentirebbe di punire efficacemente gli autori dei reati di evasione fiscale, truffa e corruzione i cui comportamenti in vario modo ostacolano l’individuazione della provenienza delittuosa del denaro. Alla pena per questi reati presupposti si sommerebbe quella per il riciclaggio dei loro proventi, sottraendoli alla prescrizione".

Come il governatore della Banca d'Italia, anche il Fondo monetario internazionale e il Gruppo d’azione finanziaria internazionale premono perché la legge sull'autoriciclaggio entri a far parte della legislazione italiana. Il disegno di legge in esame a Palazzo Madama prevede pene detentive per chi, avendo commesso un delitto, impiega i proventi con la finalità di ostacolare l'identificazione del reato presupposto. Per farla breve: si andrebbe a pagare due volte per la stessa condotta criminale. Sarebbe come supporre che un rapinatore si astenga dal rubare perché rischia la galera se infrange una vetrina. Ma come si fa a stabilire il confine tra il godimento personale (non punito) e l'utilizzo affaristico? Ovviamente, l'ultima parola spetta al giudice.

A differenza di quanto possa credere Visco, a frenare le imprese (italiane e straniere) sono proprio norme come l'autoriciclaggio.

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