Air France senza pilota ora si avvita anche in Borsa

L'ad Janaillac si è dimesso e gli scioperi continuano. Il ministro Le Maire: "La compagnia rischia di fallire"

Air France senza pilota ora si avvita anche in Borsa

Scossa dalle turbolenze sindacali, Air France-Klm comincia ad avvitarsi anche in Borsa: il titolo ieri ha lasciato sul terreno del listino di Parigi il 9,8% a 7,3 euro, dopo aver toccato un ribasso del 14 per cento. Si tratta del tonfo peggiore dall'ottobre del 2008, più di nove anni a questa parte.

La compagnia si trova in mezzo alla tempesta: gli scioperi continuano, l'amministratore delegato Jean-Marc Janaillac se n'è andato a seguito della bocciatura della proposta di accordo salariale da parte dei dipendenti, l'Eliseo - azionista con il 14% - dice che la compagnia rischia il fallimento ma non intende usare fondi pubblici per evitarlo. Quindi, da un lato Air France ha perso un «pilota» come Janaillac apprezzato e autorevole e dall'altro si apre per la compagnia una fase di instabilità, con il rischio di mesi di incertezza davanti, senza ad e senza un contratto di lavoro ma con una vertenza sindacale aperta. A gettare benzina sul fuoco ci si è messo anche l'Eliseo: «Se non vengono fatti gli sforzi necessari per portarla allo stesso livello competitivo di Lufthansa e delle altre grandi compagnie, Air France-Klm sparirà», ha detto il ministro francese delle Finanze, Bruno Le Maire, intervistato dalla tv francese escludendo anche che lo Stato corra in soccorso dell'azienda con una ricapitalizzazione. «Io non prendo i soldi dei francesi per metterli in una compagnia che non è al necessario livello competitivo», ha tuonato il ministro che ha fra l'altro annunciato la vendita delle proprie partecipazioni statali in Aeroporti di Parigi e nelle lotterie di Francaise des Jeux.

Il governo Macron invoca «una presa di coscienza collettiva» per avviare la ripresa. Ma il clima interno all'azienda è rimasto teso, i conflitti sindacali non sono mai stati pacificati e alla fine sono esplosi sulla questione degli aumenti di stipendio. In attesa che il 15 maggio il cda torni a riunirsi per indicare una governance transitoria, non si ferma, infatti, la protesta dei lavoratori che da fine febbraio stanno scioperando a intermittenza per rivendicare le loro richieste salariali: ieri c'è stato il quattordicesimo giorno di stop, lo sciopero continua anche oggi. Secondo le stime, dovrebbe fermarsi il 14,2% dei piloti (un numero simile a quello di ieri ma in diminuzione rispetto alle proteste delle giornate precedenti) il 17,8% del personale di cabina e il 2,9% del personale di terra.

«Dal punto di vista dei conti la crisi non è strutturale», spiega Andrea Giuricin, docente di Economia dei trasporti all'Università Bicocca di Milano facendo notare che nel trimestre il margine operativo di Air France è negativo del 2%, rispetto al +0,3% di Lufthansa ma anche al -28% di Alitalia. «Il problema di Air France è che è una compagnia molto grande ma anche molto lenta e poco reattiva rispetti ai concorrenti di Iag, il gruppo di cui fanno parte British Airways, Iberia, Aer Lingus e Vueling. Ha costi del personale troppo alti e dipendenti estremamente sindacalizzati».

Le continue barricate sindacali hanno già zavorrato i conti del primo trimestre: quasi raddoppiata la perdita del gruppo, che passa a 269 milioni contro il rosso di 143 milioni dello stesso periodo nel 2017, peggiora anche il risultato operativo, attestato a -118 milioni a fronte dei 33 milioni dell'anno passato. E secondo la compagnia i recenti scioperi influiscono sul risultato per almeno 77 milioni. I passeggeri sono però aumentati (+5,2% a 22 milioni) e il debito netto è stato ridotto a 285 milioni.

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