Alitalia divisa in due: il pressing di Ryanair

Il gruppo low cost spinge per gli aerei, ma spunta una cordata di piloti per prendere tutto

Alitalia divisa in due: il pressing di Ryanair

Michael O' Leary ha confermato ieri che Ryanair presenterà, entro il termine del 2 ottobre, un'offerta vincolante per una parte di Alitalia. Una settimana fa aveva annunciato l'interesse per 90 aerei, rotte, piloti e assistenti di volo. Ieri, a Bologna, si è detto interessato soprattutto alle attività intercontinentali (che utilizzano 25 aerei): «Vedo un futuro molto positivo per le rotte a lungo raggio di Alitalia. Se entrasse nel perimetro di Ryanair continuerebbe ad essere una compagnia diversa dalla nostra, anzi sarebbe addirittura concorrente sul territorio italiano». E ha aggiunto: «Il nostro focus è sui voli intercontinentali, che hanno un grande potenziale».

Quello che dice O'Leary è da intendere sempre con prudenza e le sue parole suscitano alcune osservazioni. La flotta di Ryanair è composta di soli Boeing mentre Alitalia possiede in gran parte Airbus: più famiglie di aerei contraddicono il modello low cost. Tuttavia l'intercontinentale è una sfida che O'Leary deve giocare in tempi adeguati per muovere contro la concorrenza di Norvegian; eppure ha assicurato sembra una contraddizione - che Alitalia resterebbe autonoma e non diventerebbe low cost. Inoltre Ryanair che in questi anni è crescita a ritmi quasi miracolosi, oggi deve fare i conti con un rallentamento dell'espansione dovuto alla saturazione; ecco che uno sbocco nell'intercontinentale avrebbe il suo senso, specie dopo gli ultimi esperimenti di interline (ovvero di mettere in coincidenza i voli creando scali intermedio).

Mentre Air France ha dichiarato di non essere interessata alla gara, e mentre, in campo europeo, Lufthansa appare prioritariamente impegnata per il salvataggio di Air Berlin, di un nuovo candidato all'acquisto dà notizia Panorama in edicola oggi. Un'offerta per l'intero perimetro aziendale (aviation più handling, cioè), sarebbe pronta da parte di una cordata sorta per iniziativa di due piloti Alitalia, che stando al settimanale hanno già raccolto il consenso di massima di molti colleghi piloti, di personale di volo e di terra, che «potrebbero investire nell'operazione parte del loro Tfr». «Se vogliamo salvare il posto dicono candidamente questa compagnia ce la dobbiamo comprare». L'operazione sarebbe così congegnata: una quota del 10-20% ai dipendenti, una compagnia extraeuropea per partner, due soci finanziari italiani per coprire l'investimento. La notizia appare un curioso déjà-vu: anche nel 2008 un pilota, Massimo Notaro, a capo dell'Unione piloti, annunciò una cordata simile, sempre con l'utilizzo del Tfr dei dipendenti. La cosa sfumò nel nulla.

Le prossime scadenze si avvicinano: entro il

15 settembre sono attese le offerte non vincolanti, con accesso alla data room, il 2 ottobre le eventuali offerte vincolanti cui seguirà la trattativa diretta, che, almeno negli auspici, dovrebbe concludersi il 5 novembre.

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