Alitalia, Efromovich ci riprova ma la via statale è tracciata

L'uomo d'affari boliviano già respinto nel 2019. I tre miliardi stanziati del decreto rilancio a rischio Ue

Alitalia, Efromovich ci riprova ma la via statale è tracciata

Mentre il governo tira dritto sulla via della statalizzazione, per il futuro di Alitalia torna a proporsi, attraverso Synergy Europe, l'imprenditore German Efromovich, 70 anni, nato in Bolivia, famiglia ebrea con origini polacche, cittadinanza brasiliana, colombiana e polacca. La sua esperienza nel settore aeronautico riguarda la compagnia colombiana Avianca, della quale egli rivendica risanamento e sviluppo. Oggi tuttavia non ne fa più parte e la compagnia è stata rilevata da United e Copa. Sebbene il bando di gara per la vendita di Alitalia sia stato sospeso, Efromovich, sempre attraverso Synergy di cui è presidente Antonio Guizzetti, ha scritto una lettera al ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli e al commissario Giuseppe Leogrande nella quale ripropone l'interesse per l'acquisto di tutta Alitalia, ma anche di parte di essa. Prevede «una specializzazione della compagnia nel lungo raggio, nel cargo, mantenendo lo stesso perimetro aziendale (aviazione, manutenzione, servizi a terra), con il rinnovo della flotta e nuove rotte». Già a fine 2019 la candidatura di Efromovich era stata cassata da Mediobanca, advisor del gruppo FS, perchè i suoi requisiti economico finanziari erano stati ritenuti «non sufficienti». La cordata allora composta da Fs, Ministero dell'Economia e Delta, svanì di lì a poco. Oggi Efromovich ci riprova, non senza una certa temerarietà e in un contesto politico che sembra aver già fatto le proprie scelte. Va anche osservato che se Alitalia come appare scontato in una seconda fase cucirà un'alleanza con un grande vettore che le dia il necessario respiro commerciale, questo partner è più probabile che sia Lufthansa piuttosto che l'ex patron di Avianca. I 3 miliardi statali sono contenuti nel decreto rilancio; nello stesso testo sparsi qua e là ci sono ulteriori benefici riservati ad Alitalia, come il monopolio di fatto sulle tratte di servizio pubblico essenziale (Sardegna e Sicilia), la decisione di uniformare al contratto di Alitalia i contratti di tutte le compagnie operanti sul suolo nazionale. Tuttavia, i 3 miliardi di aiuto governativo non vengono dati per scontati dalla Commissione europea secondo la quale «gli interventi statali post Covid per le ricapitalizazioni non possono riguardare le società già in difficoltà prima del 31 dicembre 2019».

«Tre miliardi sono una grossa cifra sottolinea scettico l'economista Andrea Giuricin - oggi Lufthansa capitalizza in Borsa 3,8 miliardi».

Paola de Micheli, ministro dei Trasporti, si è lanciata in un paragone: la nostra compagnia deve ispirarsi alla portoghese Tap, via di mezzo tra una low cost e una compagnia tradizionale. Per Giuricin, «l'esempio è poco calzante: nazionalizzata circa 3 anni fa con i conti in ordine, Tap nel 2019 ha perso 126 milioni prima delle imposte».

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