Alitalia, il piano Delrio: venderla tutta intera o entrare nel capitale

Il ministro dice no allo spezzatino e apre all'ipotesi di un nuovo sostegno pubblico

Paolo Stefanato

Alitalia «va venduta intera» perché «è un valore per il Paese e ha potenzialità di sviluppo. Ha un'adeguata massa critica e può recuperare gli squilibri».

Il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, ascoltato alla Camera sull'ex compagnia di bandiera, parte dalla soluzione principale: «No a spezzatini», che svilirebbero dimensioni e autonomia. Ma se non dovesse andare in porto la cessione in blocco, il cui presupposto è un acquirente credibile e con le spalle larghe, Delrio allunga il pensiero a nuovi interventi: potrebbe essere prolungato il commissariamento, potrebbero essere stanziati nuovi crediti oltre ai 600 milioni già erogati -, potrebbe essere previsto l'ingresso dello Stato nel capitale con «piccole quote»: non una statalizzazione, osteggiata dal buon senso prima ancora che dalle norme, ma una specie di «accompagno» del governo verso una soluzione industriale del giusto standing. Un ingresso di Invitalia era già stato ipotizzato nel recente passato.

Insomma, le ipotesi sul tavolo sono più d'una e il ministro mostra la massima attenzione del governo. Va ricordato che Alitalia, pur se ridimensionata, è ancora la più grande azienda italiana da Roma in giù, con tutte le considerazioni che ne derivano. Anche sul piano dell'occupazione: Delrio ieri ha detto che, in caso di esuberi, «metteremo in campo tutti gli strumenti perché i lavoratori possano essere protetti con il massimo consentito dalla legge».

Delrio ha anche elencato le azioni da compiere per «colmare gli squilibri». Serviranno «le rinegoziazioni dei leasing, dei contratti sul carburante, la razionalizzazione del personale di terra e di volo, una maggiore attenzione alle rotte internazionali». Insiste il ministro che «l'asset va mantenuto integro» e si dice convinto che ci siano «investitori decisi ad adeguare il numero di aeromobili e a sviluppare il medio e lungo raggio, oltre che il mercato domestico, ma con una maggiore attenzione ai costi in un'ottica i competizione». Tutte ricette chiare ai commissari, che stanno lavorando per offrire la compagnia in condizioni di vendita e non di svendita. Il trio Gubitosi-Laghi-Paleari sta elaborando il piano di cessione, ma non si cada in un equivoco: i commissari non potranno risanare la compagnia, che viene da lunghi anni di gestioni scellerate; potranno rassettarla al meglio grazie ai loro poteri straordinari, a cominciare dalla protezione dai creditori. Sono loro, i fornitori, i veri finanziatori di questa fase. Quanto a responsabilità del passato, Delrio ha parlato di «errori nelle strategie aziendali», sottolineando che invece il trasporto aereo «è in continua espansione».

Domani sono attese le proposte non vincolanti. Non è attesa alcuna comunicazione ufficiale né sul numero, tanto meno sui nomi. Le proposte vincolanti, se ci saranno, sono in calendario tra il 28 settembre e il 5 ottobre.

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