Alitalia, scontro tra Ferrovie e Atlantia

Per le Fs "Lufthansa non era interessata", ma la holding punta il dito contro Delta

Alitalia, scontro tra Ferrovie e Atlantia

Partiamo dalla fine: sia le Ferrovie che Atlantia sono ancora disposte a partecipare a iniziative per il salvataggio di Alitalia. È la sintesi di quanto è emerso ieri dall'audizione dell'ad delle Fs, Gianfranco Battisti, alla commissione Trasporti della Camera e da una memoria presentata, sempre alla Camera, dalla società del gruppo Benetton. Battisti ha confermato la disponibilità di Fs per trattative future, mentre Atlantia, che smentisce le accuse di essersi «sfilata dal consorzio», «mantiene ferma la disponibilità a proseguire, se richiesto, il confronto per l'individuazione del partner industriale». Insomma, potrebbe ricominciare tutto da capo, anche se il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, di Atlantia non vuol più sentir parlare.

Ieri sono emersi anche dei retroscena: per esempio che Atlantia nella cordata per Alitalia fosse mossa da interessi estranei al trasporto aereo, la revoca delle concessioni autostradali per intenderci, e che per questo abbia lasciato. «Non c'erano le condizioni industriali», dicono invece dal gruppo, criticando il comportamento di Delta, il cui piano, giudicato insufficiente, non avrebbe garantito la tenuta dei conti sul lungo periodo. Le Fs difendono Delta e ribattono che Lufthansa, suggerita da Atlantia, non ha mai «risposto alle nostre richieste».

Quello che ieri è sembrato emergere è che mentre si cercava di compattare una squadra di investitori per ridare futuro a una bandiera nazionale, si litigava e non ci si intendeva. E tutto ruotava sul ruolo di quel partner industriale necessario per far funzionare una compagnia aerea: le Fs sbilanciate sull'americana Delta, Atlantia al contrario critica verso questa presenza e sostenitrice di Lufthansa. Battisti ieri ha ribadito che le Fs non intendevano acquisire la maggioranza e ha rivelato che, oltre ad alcuni vettori, sono stati contattati trenta soggetti finanziari senza ottenere disponibilità.

La cordata Fs-Mef-Atlantia-Delta era quanto di meglio si fosse riusciti a mettere insieme ma troppe lacerazioni all'interno hanno impedito di andare avanti. Le colpe attribuite ad Atlantia vengono dalla stessa così smentite: «Non è vero che ci siamo sfilati dal consorzio». Mancavano «i presupposti industriali per un rilancio sostenibile e duraturo e un partner industriale di primario livello». Ma Atlantia resta disponibile, a condizione che si trovino gli interlocutori giusti. E che si risolva la vicenda concessioni, che condiziona tutto. Ma Patuanelli è stato tranchant: «Continuare a parlare di Atlantia per me è assolutamente inutile» e ha aggiunto: «Non possiamo buttare il lavoro precedente e l'interlocuzione dovrà essere condotta in primis con Fs». Ha anche precisato che «non c'è scritto da nessuna parte che il closing debba avvenire entro il 31 maggio».

Battisti, che dà ormai per «chiuso» il dialogo con Delta, resta dunque in prima linea, e quindi la cordata che aveva presentato la proposta il 31 ottobre è virtualmente ancora in vita: manca solo un pezzo, il socio industriale, da cui ci si aspetta una strategia precisa.

Lufthansa sembra l'unico interlocutore possibile: ma vuole un'Alitalia alleggerita di personale e di aerei. Intanto un gruppo di deputati M5s, Pd e Leu propone di rifinanziare il fondo di solidarietà del trasporto aereo, alimentandolo dal 2021 con il 50% del gettito dell'addizionale comunale di 3 euro sulle tasse d'imbarco.

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