Economia

Alitalia a secco: "Presto con i ristori"

Il commissario Leogrande alla Ue: "Tempi rapidi, dal Covid impatto devastante"

Alitalia a secco: "Presto con i ristori"

Fare presto: il commissario straordinario di Alitalia, Giuseppe Leogrande, chiede a Bruxelles a tempi rapidi per «liberare» i 77 milioni di ristori stanziati dal governo e non ancora versati; l'Ue deve approvare la congruità della cifra. Intanto la cassa si assottiglia e, secondo i sindacalisti più pessimisti, potrebbe mettere a rischio gli stipendi già in febbraio. I 77 milioni sono l'ultima tranche di quei 350 stanziati per attenuare alla compagnia i danni da pandemia per il 2020; teoricamente altri stanziamenti dovrebbero essere fatti per il 2021, specie se le procedure di cessione vanno a rilento. Nell'audizione di ieri alla commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera (nessuna domanda da parte dei parlamentari) Leogrande non ha fatto riferimenti alla situazione di cassa, ma i costi vivi (personale, carburante, aeroporti) vengono stimati fra i 30 e i 40 milioni al mese. Sempre in tema di finanza, il decreto Milleproroghe fa slittare il rimborso (teorico) dell'ultima quota del prestito ponte, 400 milioni, dal 31 dicembre al 30 giugno 2021.

Leogrande ha definito «devastante» l'impatto che la pandemia ha avuto su Alitalia, e ha riferito i numeri relativi all'anno appena concluso. Nel 2020 i passeggeri sono crollati del 70%, passando dai 21,293 milioni del 2019 a 6,314 milioni: di questi però 2,8 milioni appartengono ai mesi di gennaio e febbraio, precedenti alla pandemia. Il commissario ha rivelato che «ci sono stati mesi, come aprile e maggio in cui il numero dei passeggeri ha subito crolli del 95% e del 97%». Durante la seconda ondata cali «dell'80-90% a novembre e dicembre». A precipizio, di conseguenza, anche i ricavi: «Da oltre 2,7 miliardi del 2019 - ha riferito il commissario - Alitalia è scesa ai 590,9 milioni del 2020». Di questi ancora una volta «320 devono essere ricondotti ai due mesi di gennaio e febbraio 2020, cioè prima della pandemia». Il calo è stato di 2,1 miliardi, meno 78%. Quanto al 2021 «si presenta con le stesse complessità del 2020, e dobbiamo vedere se il vaccino cambierà le condizioni di mercato».

Il direttore generale, Giancarlo Zeni, ha sottolineato che Alitalia ha ricevuto minori aiuti governativi rispetto ai concorrenti: «nove euro a passeggero, rispetto agli 88 del gruppo Air France-Klm». Per Zeni, in base ai parametri della compagnia, Alitalia avrebbe dovuto ricevere «1,5-1,7 miliardi di aiuti rispetto ai 270 milioni messi a disposizione dal governo italiano nel 2020». Per la precisione si tratta dei 273 milioni già versati sui 350 stanziati, dei quali i 77 attesi a breve sono il saldo.

Prosegue, parallelamente, la trattativa sul piano industriale tra i vertici di Ita, la new company, e l'Unione europea: quest'ultima deve verificare se nel passaggio tra Alitalia e Ita vada a realizzarsi la condizione di «discontinuità» richiesta per poter approvare l'intervento governativo senza che si configuri aiuto di Stato. Un dialogo non facile, pieno di insidie, che non promette tempi veloci: l'avvio della «nuova» compagnia, che era stato indicato per aprile, ormai appare certo che slitterà.

Grande preoccupazione sul fronte sindacale, soprattutto - come dice la Fnta - per «le risorse a disposizione del commissario, che si vanno esaurendo».

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