Economia

Alitalia, Ue taglia gli aiuti del governo

Autorizzati 199 milioni di fondi anti covid sui 350 stanziati. Newco in salita

Alitalia, Ue taglia gli aiuti del governo

Soldi pubblici in arrivo per Alitalia. L'Unione europea ha autorizzato l'erogazione di 199,45 milioni di fondi governativi, ritenuta compatibile con le regole degli aiuti di Stato perché si tratta di una compensazione (almeno parziale) dei danni subiti a causa del Covid. Il governo italiano aveva stanziato 350 milioni per Alitalia e 130 per le altre compagnie di bandiera italiana. La pronuncia della Commissione riguarda il periodo fino al 15 giugno; visto che il danno da pandemia si è protratto oltre quella data, è ipotizzabile che la cifra complessiva possa essere successivamente ritoccata. Si tratta di finanziamenti a fondo perduto, che traggono la propria ragione dall'eccezionalità abbattutasi sul trasporto aereo (e su molti altri comparti). I 199 milioni non hanno nulla a che vedere con i prestiti (che in origine si chiamavano «ponte», espressione via via abbandonata) per i quali sono in corso a Bruxelles le procedure di autorizzazione, perché sospettati di essere aiuti di Stato. Si tratta di 1,3 miliardi (tre tranche di 300, 600 e 400 milioni), più almeno 200 milioni di interessi, in gran parte già bruciati e quindi praticamente impossibili da restituire.

Due i procedimenti in corso, attivati con denunce del 23 aprile 2018 (per i 900 milioni stanziati nel 2017) e del 28 febbraio del 2020 (per i 400 milioni concessi nell'ottobre del 2019). Negli ambienti vicini a queste vicende si fa notare la lentezza delle inchieste, nella ricerca di una soluzione per avviare la nuova Alitalia in «discontinuità» dalla vecchia, abbandonando gli aiuti di Stato a una bad company. Senza discontinuità, la newco non può nascere. Significa che bisogna trovare un escamotage societario per far sì che ci sia visibile separatezza tra vecchia e nuova compagnia. Si sta lavorando non senza difficoltà. La newco, deliberata con il decreto Agosto, per nascere aspetta un decreto attuativo che sta tardando. Solo dopo la costituzione della società potrà essere presentato a Bruxelles il piano industriale, che deve ottenere l'ok della Commissione; ci stanno lavorando i nuovi vertici - Francesco Caio e Fabio Lazzerini - , indicati ma non insediati: la gestione è ancora in mano al commissario Giuseppe Leogrande e al dg Giancarlo Zeni. La compagnia nel primo semestre ha perso 2,37 milioni al giorno e in cassa sono rimasti solo 226 milioni, a cui si aggiungono ora i 199 appena autorizzati.

Ieri, inoltre, è stato trovato un accordo sulla spinosa vicenda di Air Italy, in febbraio cessata e messa in liquidazione dai proprietari: l'Aga Khan e Qatar Airways. I 1.465 dipendenti non saranno licenziati per i prossimi dieci mesi e percepiranno la cassa integrazione. La notizia è stata salutata con soddisfazione sia dai sindacati che da Paola De Micheli, ministro dei Trasporti. Molti tuttavia parlano per l'ex Meridiana di un «rilancio» e di «prospettive» che appaiono realisticamente illusori, perché una compagnia senza aerei, senza un network, senza patrimonio, di fatto non interessa a nessuno, perdipiù in questa situazione di mercato. Gli slot a Linate sono l'unico elemento interessante, ma si tratta di concessioni, non di asset di proprietà.

Ieri Assaeroporti ha diffuso i dati di luglio: a Malpensa, primo scalo italiano, sono transitati 773mila passeggeri, a Fiumicino 714mila, rispettivamente meno 72% e meno 89%.

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