Gli sforzi del ministro dell’Economia Giovanni Tria potrebbero non bastare a tenere a bada i mercati finanziari. Tutto il governo teme una tempesta sul nostro debito a partire dalla fine del mese. Ma già dall’inizio dell’estate i segnali sono chiari. Ieri il Financial Times ha di nuovo acceso il faro sull’Italia, denunciando un calo record di 38 miliardi di asset sovrani italiani in mano a investitori esteri. Sulla base di dati Bce, insomma, il quotidiano della finanza europea segnala un’emorragia di investitori stranieri dai titoli di Stato Italiani. Il mese precedente c’era stato un altro calo record di 34 miliardi. La perdita è superiore alle attese ed è stata parzialmente compensata dalle banche italiane che nel secondo trimestre hanno incrementato i loro portafogli di titoli di Stato italiani per 40 miliardi netti. Il Ft ha interpellato analisti è la ragione di questa emorragia di investitori esteri dai nostri titoli di stato è l’incertezza sulle misure che saranno inserite nella prossima Legge di Bilancio. Il dato citato dal quotidiano risale a giugno. I mesi successivi il quadro dei conti e della linea di politica economica dell’Italia non è diventato più chiaro. In compenso sono cresciute segnali poco rassicuranti per i mercati. Un «crollo reputazionale», spiega l’esponente di Forza Italia Renato Brunetta, tutto da imputare al «governo giallo-verde, per effetto delle sue caratteristi che di populismo, sovranismo e anti-europeismo». Una cattiva notizia anche il fatto che le banche italiane stiano acquistando obbligazioni pubbliche italiane «dal momento che il forte calo del valore dei Btp riduce il valore patrimoniale del portafoglio titoli detenuti dalle stesse banche, obbligandole ad effettuare forti svalutazioni e ad accantonare maggiori rischi per perdite, riducendo così la loro profittabilità». Ieri lo spread (il differenziale tra i rendimenti dei titoli di stato italiani e tedeschi, indice della fiducia dei mercati sulla tenuta del nostro debito) si è mantenuto sopra i 270 punti base. La spesa per interessi in aumento è una delle incognite della prossima legge di Bilancio alla quale sta lavorando il ministro Tria. Prima ancora il dicastero di via XX settembre dovrà presentare la nota di aggiornamento del Def. Il governo sta predisponendo un quadro programmatico, quindi che tiene conto anche delle scelte che il governo farà il prossimo anno, ordinario. La manovra contenuta nella legge di Bilancio sarà di circa 15 miliardi. Di questi un terzo dovrebbero venire da una spending review limitata alle amministrazioni centrali. Ogni ministero avrà il compito di tagliare in una proporzione che sarà decisa in sede politica. Nelle intenzioni di Tria saranno esclusi dai risparmi la sanità e la scuola.
Poi ci sono circa 15 miliardi di flessibilità che il governo chiederà alla Commissione europea. La trattativa sarà difficile. Anche per il crollo del ponte di Genova, i messaggi che arrivano da Bruxelles sono poco rassicuranti. La linea resta: le risorse per le infrastrutture ci sono già, vanno solo spese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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