Le amministrazioni pubbliche non versano i contributi: l'Inps rischia di fallire

La cassa dei dipendenti pubblici porta il deficit a 9 miliardi: le amministrazioni non versavano i contributi. Fornero: "Nessun allarme"

Le amministrazioni pubbliche non versano i contributi: l'Inps rischia di fallire

Un nuovo buco. L'ennesimo. L'impatto della fusione con Inpdap e Enpals ha mandato in rosso l'Inps creando un baratro nero da 9 miliardi di euro. A lanciare l'allarme è il Corriere della Sera (leggi l'articolo) che mostra come l'Istituto dei dipendenti pubblici abbia portato in dote un disavanzo enorme che rischia di mettere in crisi tutto il sistema.

L'accorpamento dell’Inpdap (Istituto dei dipendenti pubblici) e dell'Enpals (sport e spettacolo) nell’inps rischia di mettere in crisi il sistema previdenziale italiano. A seguito della fusione decisa con il decreto "salva italia" varato dal governo Monti lo scorso dicembre, l'Inpdap ha scaricato nel bilancio dell’Inps un disavanzo patrimoniale di ben 10,2 miliardi di euro e quasi 5,8 miliardi di passivo nel bilancio 2012. Le cause andrebbero individuate nel taglio dei dipendenti pubblici, che ha ridotto le entrate, e nel mancato versamento dei contributi da parte delle amministrazioni pubbliche, specialmente gli enti locali. Secondo i dati pubblicati oggi dal Corriere della Sera, le amministrazioni pubbliche avrebbero versato la quota della contribuzione a carico del lavoratore e non la quota del 24% a loro carico. A seguito della fusione il bilancio 2012 dell’inps dovrebbe chiudere con una perdita di esercizio pari a 8,8 miliardi.

In realtà, il ministro del Welfare Elsa Fornero tende a sminuire l'entità del problema. "Sono dati che erano conosciuti - ha detto ai giornalisti - e che l’Inpdap fosse in disavanzo non è una novità, quindi non c’è allarme".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica