Gli analisti: «Possibile prezzo verso i 52 dollari»

Ferrari, dopo Wall Street, probabilmente il 21 ottobre, è pronta a quotarsi anche a Milano. Lo sbarco in Piazza Affari, comunque, avverrà solo agli inizi del 2016 dopo che sarà completato lo scorporo del Cavallino rampante da Torino. A precisarlo è la stessa Fca nel prospetto alla Sec relativo all'Ipo sul listino Usa. Nell'attesa della campanella di Wall Street e a road-show in corso (l'ad Sergio Marchionne e i suoi collaboratori sono intervenuti a Baltimora e Boston, mentre domani saranno a Londra), ieri a Milano il titolo Fca ha chiuso senza sobbalzi a 13,93 euro, dopo una prima parte di giornata in affanno.

A parlare per primo della quotazione anche in Italia di Ferrari è stato il premier Matteo Renzi, ricordando come Marchionne, in un colloquio, si era impegnato in tal senso. Da New York, intanto, dove lunedì è iniziato il road-show , non arrivano commenti ufficiali da parte del mercato. L'usanza vuole che, quando è in ballo una matricola, lo si eviti per timore che la Sec possa individuare «sollecitazioni». In Italia, invece, in attesa della chiusura del road-show venerdì a Maranello, a parlare è Intermonte: «Ferrari potrebbe essere quotata nella parte medio-alta del range (48-52 dollari, ndr ) e, quindi, in linea con le nostre aspettative». «Ogni cambiamento di 2 dollari nel prezzo dei titoli Ferrari - dice un altro analista - farà salire di 0,18 euro le azioni Fca».

Nell'attesa, da Maranello ecco uscire una serie speciale limitata di 799 esemplari della F12tdf, che rappresenta un omaggio al Tour de France e «il concetto più avanzato di vettura estrema per strada» (motore V12 da 780 cv).

E se per Ferrari si avvicina la data storica della quotazione (l'ex presidente Luca di Montezemolo si è augurato che «lo sbarco in Borsa non modifichi di una virgola le caratteristiche di questa azienda») e mentre Marchionne è stato definito, da Harvard Business Review , tra i migliori ad del mondo, il Gruppo Volkswagen annuncia tagli agli investimenti. La riduzione, per far fronte ai costi legati al caso del software truccato (si parla di oltre 18 miliardi), ammonterà a un miliardo di euro. Ulteriori risparmi riguarderebbero le attività di marketing e sponsorizzazioni, nonché le retribuzioni. Oggi, infine, l'ad di Volkswagen Group Italia, Massimo Nordio, sarà in audizione davanti alle commissioni Industria e Ambiente del Senato.

«Vogliamo capire anzitutto quali iniziative in concreto il gruppo metterà in atto a tutela dei propri clienti e, in generale, del sistema industriale», così nei giorni scorsi Massimo Mucchetti, presidente della commissione Industria di Palazzo Madama.

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