Economia

Anche Fininvest esce da Mediobanca

Ceduto il 2% per 174 milioni. Unicredit l'intermediario. Faro sulla partita Generali

Anche Fininvest esce da Mediobanca

Fininvest esce dal capitale di Mediobanca. E per il 2% detenuto nella banca d'affari milanese il gruppo della famiglia Berlusconi incassa 174 milioni. Si chiude così un'epoca, iniziata nel 2007, con l'ingresso dei Berlusconi in Piazzetta Cuccia: allora essere in Mediobanca significava partecipare a quel patto di sindacato, insieme con tutti i grandi nomi della finanza e dell'industria nazionale, da cui dipendevano gli equilibri della finanza nazionale. Con la crisi di Lehman le cose hanno iniziato a cambiare e oggi il patto non esiste nemmeno più, essendo rimasto solo per «consultazione» tra i soci. Un tempo controllava la banca, oggi - dopo l'uscita di Fininvest - vale solo il 10,6 per cento. In questo senso stare in Mediobanca ha oggi un significato più finanziario che strategico. E Fininvest esce anche per diversificare i suoi futuri investimenti. Lo fa a prezzi di mercato equivalenti ai valori di carico e dopo aver incassato, negli anni, oltre 60 milioni di dividendi. La holding presieduta da Marina Berlusconi ha in cantiere anche la partita Mediaset-Vivendi, avendo un accordo per acquistare a breve circa il 5% di Mediaset dal gruppo francese. Ma l'operazione dovrebbe autofinanziarsi tramite il dividendo straordinario che il Biscione sta per staccare. Per Fininvest, che controlla il 44,2% del capitale di Mediaset, si tratterà di incassare circa 150 milioni e di investirne grosso modo altrettanti. Può però fare comodo avere cassa perché, in prospettiva, Mediaset potrebbe aver bisogno di risorse per operazioni straordinarie, senza che Fininvest rischi di diluirsi. Si vedrà.

Altro capitolo è quello di dove è andato questo 2% di Mediobanca. Si sa che a intermediarlo in Borsa è stata Unicredit e, in questi casi, l'acquirente è spesso già pronto. Inevitabile pensare prima di tutto a Leonardo Del Vecchio, titolare del 13,2% ma autorizzato da Bce a salire fino al 20%. Escluso, invece, che l'acquirente sia Francesco Gaetano Caltagirone, che fonti finanziarie dicono essere fermo all'1%.

La questione è calda perché Caltagirone è in pressing da tempo su Generali, la partecipazione principe di Mediobanca, che ne detiene il 13%. Si è appena appreso che l'imprenditore romano ha chiesto una nuova governance in Generali proprio per riequilibrare l'influenza a suo dire eccessiva di Mediobanca. Caltagirone chiede un comitato esecutivo e un direttore generale. Anche qui si attendono sviluppi.

Certo, con l'uscita di Fininvest, che arriva dopo quelle di Unicredit, l'alleggerimento continuo di Bolloré, Pirelli ed altri, l'azionariato di Mediobanca resta sempre più frequentato da soci interessati a Generali (Del Vecchio, Caltagirone, Benetton).

Dei grandi «vecchi» neutrali resta ora solo Mediolanum: chissà se dopo l'uscita di Fininvest cambierà qualcosa.

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