Aperto un fascicolo a carico di ignoti. Ipotizzati i reati di insider trading e turbativa di mercato

Entra come testimone, ed esce come testimone. Antonella Mansi, presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, riesce ieri a fare la sua comparsa sullo scenario complesso delle inchieste giudiziarie nella veste meno scomoda. D'altronde è la stessa Fondazione ad avere dato il via, con un suo esposto alla Procura senese, a un nuovo filone di indagine, ed è in quest'ambito che la Mansi viene convocata e interrogata dai pubblici ministeri. Si presenta da sola, intorno alle 16, nei corridoi della Procura e va direttamente a bussare alla porta dei magistrati. Sul tavolo dei pm c'è l'esposto con cui vengono sollecitati a indagare per insider trading e manipolazione del mercato in relazione ai movimenti registrati nei mesi scorsi intorno al pacchetto azionario con cui la Fondazione controlla il 33,5% della banca senese. Le voci di mercato e le indiscrezioni di stampa circolate negli ultimi giorni, secondo l'esposto della Fondazione, avevano come obiettivo interventi illeciti sull'andamento dei titoli. Secondo quanto si è appreso ieri, la Procura della Repubblica non ha ritenuto che nella denuncia della Fondazione fossero ravvisabili con chiarezza i nomi di possibili colpevoli, e ha aperto il fascicolo di inchiesta a carico di ignoti.
Il tema è naturalmente quello della cessione da parte di Fondazione Mps, pressata da una esposizione per 340 milioni, di una parte consistente del pacchetto di controllo. In questo modo la Fondazione potrebbe mettersi nelle condizioni di partecipare all'aumento di capitale di tre miliardi della banca previsto per il prossimo maggio.
Tra i possibili soggetti interessati a rilevare il pacchetto era stato indicato nei giorni scorsi Palladio, la holding di investimento guidata da Roberto Meneguzzo e Giorgio Drago.
Nel frattempo arrivano notizie negative per Giuseppe Mussari, ex numero uno di Mps, che si era visto infliggere dalla Banca d'Italia una sanzione di 541mila euro in relazione all'operazione Fresh, con cui venne finanziata la onerosissima acquisizione del controllo di Antonveneta. Mussari aveva presentato ricorso al Tar del Lazio, che però ha rifiutato una sospensione della sanzione, spiegando che la cifra, per quanto ingente, non è tale da ridurre in miseria Mussari.

E il Codacons parte all'attacco di Mussari, proprio in relazione ai danni che Fresh - un prestito convertendo da un miliardo di euro - avrebbe arrecato alla clientela di Mps: «Ora tutti i correntisti e gli azionisti danneggiati dalle operazioni oggetto della sanzione all'ex presidente Mussari potranno avanzare richiesta di risarcimento».

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