Ardita: "Il carcere non è la soluzione contro l'evasione fiscale"

Sebastiano Ardita, magistrato del Csm, commenta le misure previste dal governo: "Per combattere l'evasione è meglio la confisca, prevedendo magari un procedimento agile ed accelerato"

Ardita: "Il carcere non è la soluzione contro l'evasione fiscale"

"Non credo che il carcere possa essere la soluzione per combattere l'evasione fiscale". A dirlo è Sebastiano Ardita, magistrato del Consiglio superiore della magistratura (Csm), che non vede il carcere come efficace mezzo per contrastare gli evasori, riferendosi alle misure esposte dal governo nel decreto fiscale.

"Il numero di evasori fiscali nel nostro paese si conta in milioni, ed anche se solo una frazione raggiungesse la soglia di punibilità, sarebbe impensabile che per essi possano aprirsi mai le porte di un penitenziario", rivela Ardita ad AdKronos, specificando come il sistema penale italiano non sia adeguato per una simile misura. "L'unico effetto certo- precisa- è la paralisi del sistema penale che verrebbe ingolfato da un fiume di processi che produrrebbero pene detentive teoriche: cioè sanzioni che rimangono sospese o devono essere convertite in misure alternative".

Secondo il magistrato, invece, il modo migliore per combattere l'evasione fiscale "potrebbe essere la confisca, prevedendo magari un procedimento agile ed accelerato, che renda veloce l'apprensione delle somme sottratte al fisco". Il carcere, invece, potrebbe essere introdotto "unicamente come rimedio per la grande criminalità finanziaria, specie quando quest'ultima si innesti nell'alveo della criminalità organizzata, ossia in un quadro nel quale il reato fiscale fa parte di un programma criminoso che prevede ruoli e partecipazioni per compiere una serie indeterminata di delitti, per disarticolare una organizzazione". In questi casi, allora, la misura detentiva potrebbe acere senso. Ma, aggiunge, "mi riferisco a casi che non si rispecchiano nel fenomeno individuale e generalizzato al cui contrasto sembra ispirarsi la riforma".

Infine Sebastiano Ardita commenta le parole di Luigi Di Maio, secondo cui "il carcere per i grandi evasori è imprescindibile".

Secondo il magistrato, invece, "con la sensibilità che è presente nel nostro paese e col sistema di misure alternative, più sarà alto il numero dei processi e delle condanne più bassa sarà la percentuale di condannati che varcheranno la soglia di un carcere. E, dunque, questo rimarrà solo un proposito".

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