Economia

Assolombarda compatta. Spada resta presidente

Designato con l'86% dei voti, ma senza rivali: lo sfidante Enginoli non ha raggiunto il quorum

Assolombarda compatta. Spada resta presidente

Alessandro Spada guiderà Assolombarda per quattro anni, fino al 2025. Esito atteso per il Consiglio generale dell'associazione che si è riunito ieri pomeriggio. A favore l'86,54% dei voti. Tasso di partecipazione alto, superiore alle attese con il 91,44% degli aventi diritto.

Spada «è stato l'unico ammesso al voto disponendo del consenso di tanti associati pari al 19,54% del peso contributivo e dunque superando la soglia del 15%, prevista dallo Statuto di Assolombarda», recita il comunicato della più grande realtà territoriale del sistema Confindustria, che rappresenta quasi 7mila imprese e oltre 414mila lavoratori sui territori di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia.

L'altro candidato, Alessandro Enginoli, ha invece raggiunto il 6,14%, quota non sufficiente a sottoporre la propria candidatura al voto del Consiglio generale. Rispetto al numero di imprese consultate facenti parti del Consiglio, il 75,41% si è espresso in favore di Spada e il 18,85% per Enginoli.

Spada, nato a Monza nel 1965, è un imprenditore del settore manifatturiero. Da maggio 2020 è Presidente di Assolombarda. Succeduto a Carlo Bonomi quando quest'ultimo è stato eletto al vertice di Confindustria.

Prossima tappa, una nuova riunione del Consiglio generale il 20 aprile per designare i vicepresidenti elettivi della Presidenza. La candidatura di Alessandro Spada e la sua squadra saranno sottoposte per elezione all'Assemblea degli imprenditori di Assolombarda il 17 maggio.

L'elezione di Spada conferma alla guida dell'associazione più forte di Confindustria un uomo vicino al presidente Bonomi.

La sfida, che poi si è risolta con una corsa in solitaria di Spada, si è giocata, per la verità un po' sottotraccia, sul ruolo della rappresentanza imprenditoriale in questa fase difficile per il Paese. Quella attuale, con istituzioni e imprenditori in prima linea nella campagna per i vaccini per il Covid-19.

Poi in quella successiva, la ricostruzione dell'economia del Paese anche attraverso i 209 miliardi del Recovery plan europeo. Proprio ieri il ministro dell'Economia, Daniele Franco ha annunciato che gli aiuti alle imprese saranno ridotti fino a scomparire nel 2022. Ora inizia la fase degli investimenti. Saranno decisi dal governo. Il premier Draghi si è dichiarato disponibile all'ascolto delle parti sociali, ma non sembra volere concedere corsie preferenziali al mondo delle imprese.

Sfida difficile per Confindustria.

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