Economia

Attenti al reddito: perché da gennaio cambia tutto

C'è il via libera all'assegno unico, si partirà dal prossimo gennaio, ma il provvedimento sarà realmente effettivo da marzo. Ecco tutto quello che c'è da sapere

Attenti al reddito: perché da gennaio cambia tutto

È arrivato l'ok definitivo all'assegno unico, provvedimento di sostegno dello Stato a favore delle famiglie con figli che porterà a delle variazioni sul reddito. Proprio ieri, infatti, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera definitivo al decreto attuativo, ed ora non resta che attendere il nuovo anno per vere i frutti di questa riforma. Si tratta, come abbiamo anticipato nei mesi scorsi, di una misura definita "universale", che non avrà dunque alcuna soglia al di sopra della quale non sarà possibile beneficiare del contributo.

Assegno unico e nuova Irpef

Si partirà dalla metà di gennaio 2022, ma la riforma diventerà realmente effettiva a marzo, insieme alle novità relative alla nuova Irpef a quattro aliquote. Tramire conguaglio, si potranno recuperare gli sconti previsti per i due mesi precedenti. Il provvedimento, come è ormai noto, non è perfetto. Dei limiti sono stati già portati alla luce, come il fatto che ad ottenere veramente dei vantaggi saranno le famiglie numerose o monoreddito, come nel caso delle madri single.

Da parte del ministro delle Pari opportunità Elena Bonetti (Italia Viva) c'è grande soddisfazione. "È un giorno importante che segna la scelta di concretezza del nostro Paese: rimettiamo al centro le bambine e i bambini, investiamo nelle famiglie, attiviamo il futuro delle nostre comunità", ha scritto poche ore fa su Twitter.

Assegno unico: le modalità

Ma come funziona questo assegno unico? Come già sappiamo, questo provvedimento andrà a sostituire alcune misure di sostegno attualmente in vigore. Va aggiunto che la misura avrà periodicità annuale, da marzo a febbraio, perciò ogni 12 mesi, a partire da gennaio, sarà necessario rinnovare la domanda all'Inps. Nel caso in cui la richiesta venga inviata più tardi, se questa sarà inoltrata entro giugno, saranno riconosciute le mensilità pregresse, in caso contrario, si procederà con l'erogazione dell'importo dal mese successivo alla domanda.

È bene inoltre ricordare che i percettori del reddito di cittadinanza non dovranno presentare la richiesta, in quanto l'assegno unico arriverà direttamente d'ufficio.

I requisiti

Come anticipato, per ottenere l'assegno unico sarà indispensabile l'Isee, che sarà verificato autonomamente dall'Insp. I genitori dovranno indicare tutti i dati relativi a loro stessi ed ai figli, sottoscrivendo una dichiarazione di responsabilità e di assenso al trattamento dei dati. Deve essere uno dei genitori ha inoltrare la domanda, mentre l'altro sarà tenuto a completare la parte di sua competenza. Quanto ai figli maggiorenni, potranno essere loro a presentare la richiesta ed a chiedere l'assegno.

Si parla, ad oggi, di circa 7 milioni di nuclei familiari interessati dal provvedimento, per un totale di 9,6 milioni di figli minorenni e 1,4 di maggiorenni (la misura copre fino a 21 anni). Stando alle ultile analisi della relazione tecnica al decreto legislativo riportate da Il Sole 24 Ore, sino ad ora si pensa ad una completa adesione da parte delle famiglie già percettrici di assegni familiari, mentre per quanto riguarda le altre, ancora estranee alla misura, l'adesione dovrebbe attestarsi intorno al 65-85% per il 2022. Il governo, dunque, prevede una spesa di circa 13,8 miliardi, almeno per il primo anno.

Quali saranno gli importi

L'importo mensile dell'assegno è fissato a 175 euro per figlio minorenne e 85 per i maggiorenni e disabili maggiori di 21, ma solo in caso di famiglia con Isee fino a 15 mila euro. Con l'aumentare del valore Isee, la cifra elargita decresce. Con 40 mila euro di Isee, ad esempio, si parla di un assegno di 50 (minorenni) e 25 (maggiorenni) euro. Ci sono poi delle maggiorazioni per i figli successivi al secondo (da 85 euro a 15) o per i figli minorenni non autosufficienti o con disabilità grave. È prevista poi una maggiorazione di 20 euro nel caso in cui i figli siano minorenni e la madre abbia meno di 21 anni.

Ci sono poi anche i 100 euro aggiuntivi nel caso di famiglia con almeno 4 figli.

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