Economia

Aumenti sulle pensioni: ecco cosa succederà a ottobre

Costo della vita e inflazione faranno aumentare alcuni importi pensionistici da ottobre: ecco gli aumenti e cosa succederà nel 2023

Uno sportello dell'Inps
Uno sportello dell'Inps

Buone notizie sulle pensioni del mese di ottobre: a causa del caro vita e dell'inflazione, stanno per essere adeguate quelle che non superano 2.962 euro lordi mensili. In una circolare Inps viene precisato che si avranno aumenti del 2% per gli importi pensionistici entro 2.097,40 euro, 1,80% per quelli entro 2.621,75 euro e dell'1,50% per le cifre fino a 2.962 euro lordi.

Qual è il guadagno

L'Ente fa sapere che l'importo massimo sarà pari a 52,44 euro al mese e per i successivi tre "da applicare al limite superiore di importo". Quindi, in busta paga, il guadagno sarà valido per gli ultimi tre mesi di questo 2022. Il pensionato riconoscerà la misura dalla voce "Incremento D.L. Aiuti bis." con inclusa anche la tredicesima. La circolare in questione è la n°114 del 13-10-2022 dove viene specificato che la misura si applica anche alle pensioni di inabilità, sull'assegno mensile di assistenza ma anche sulla pensione per sordi e per ciechi. Viceversa, la perequazione non sarà valida per l'indennità di accompagnamento, "l'indennità per ciechi parziali, indennità per ciechi assoluti, indennità di comunicazione, indennità di frequenza e indennità di talassemia".

"Conguaglio Irpef"

Gli italiani interessati da questa misura saranno circa 16 milioni: logicamente si dovrà pagare l'Irpef su ogni mensilità. La voce per identificarla sarà "Conguaglio Irpef anno in corso". Sul discorso che riguarda le tredicesime, coloro i quali non ne hanno diritto non potranno godere dell'aumento. Secondo le misure previste dal governo, il calcolo per aumentare gli importi di cui abbiamo parlato viene effettuato in base alle percentuali di perequazione previste seguendo questi criteri: "il 100% dell'indice di rivalutazione per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo (2% più il conguaglio); il 90% dell'indice di rivalutazione per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo; il 75% dell'indice di rivalutazione per le pensioni oltre 5 volte il trattamento minimo", specifica l'Inps.

Cosa cambia dal 2023

Dal gennaio del prossimo anno, poi, "scatterà la rivalutazione per tutte le pensioni, calcolata sui dati provvisori dell'inflazione 2022 che attualmente è in forte crescita", aggiunge l'Inps che sottolinea come "i trattamenti pensionistici vengono sottoposti annualmente a una revisione degli importi in modo che risultino più adeguati al costo della vita. Questa revisione è detta perequazione ed ha l'obiettivo di proteggere il potere d'acquisto delle pensioni rispetto all'aumento del tasso di inflazione".

La rivalutazione, però, non sarà illimitata perché non può rappresentare un costo eccessivo per lo Stato: ecco perché oltre una certa soglia si applica in maniera parziale.

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