Aziende italiane a caccia di energia a prezzi competitivi

Per la bolletta energetica il nostro sistema imprenditoriale arriva a pagare fino al 40% in più rispetto ai diretti competitori. Si attendono segnali da parte del governo. Nel frattempo le imprese si uniscono in consorzi per avere maggiore potere contrattuale.

Aziende italiane a caccia di energia a prezzi competitivi

Cercasi disperaratamente energia a prezzi competitivi. E' questo il grido che si alza sempre più forte da parte delle aziende italiane, costrette a remare controvento rispetto alla concorrenza europea e non solo. Oggi il nostro sistema imprenditoriale spende per i costi legati all'approvvigionamento energetico fino al 40% in più rispetto ai diretti concorrenti. Una situazione insostenibile che influenza pesantemente le scelte strategiche e la competitività dell'industria italiana visto che il caro energia, tradotto in cifre, significa oltre 8 miliardi di euro l'anno, più o meno quanto una manovra finanziaria di tutto rispetto, con inevitabili conseguenze sulla competitività del sistema Italia.
Il tema della bolletta energetica continua però a dimorare ai margini del dibattito politico. Un paio di settimane fa Corrado Passera ha anticipato in una audizione parlamentare alcune linee guida, per la verità un po' vaghe. In vista del piano energetico, il ministro dello Sviluppo Economico ha elencato tre priorità: "Mantenere gli alti standard raggiunti per la qualità del servizio", "continuare a migliorare la nostra sicurezza e indipendenza di approviggionamento", "ridurre il gap di costo dell'energia per i consumatori". Tra le novità, Passera ha indicato che l'Italia deve puntare a incrementare la produzione nazionale di idrocarburi, dall'attuale 10% al 20% dei consumi (diminuendo i vincoli) e a diventare un hub sud europeo del gas. L'unica vera critica ai suoi predecessori è stata quella di aver favorito troppo le energie rinnovabili elettriche (come il solare), "che hanno un'efficacia inferiori rispetto alle rinnovabili termiche". Il comporta manifatturiero si attende, però, misura concrete che possano ridurre la componente fiscale che pesa sul 41% del costo del gasolio al netto dell'Iva contro una media europea del 34%. Analoga situazione si verifica per il costo del kWh elettrico e per il gas naturale, con un forte aggravio sui costi operativi del sistema Italia.
Per cercare di ovviare al caro energia le aziende cercano di organizzarsi. La consapevolezza del problema sta crescendo e si lavora molto sul fronte dell'efficienza energetica, con l'attività di consulenza che in questo ambito sta crescendo esponenzialmente. Ma anche sul fronte delle operazioni di acquisto in consorzio. La stessa Confcommercio ha promosso la creazione di una società di trading di Energia Elettrica, Tradecom, la cui attività consiste nell'acquistare energia elettrica sul mercato libero alle migliori condizioni per rivenderla a prezzi competitivi. E', in sostanza, una società grossista con il compito specifico di promuovere la stipula dei contratti di somministrazione di energia elettrica con i nuovi utenti che si affacciano sul mercato libero.

Un grossista indipendente che ha toccato quota due miliardi di kwh, permettendo di realizzare risparmi medi di circa 7-10% sul costo della fornitura. Le imprese italiano, insomma, iniziano a ingegnarsi. Ma attendono segnali forti dall'esecutivo per provare a liberarsi almeno di parte di quella zavorra che grava pesantemente su di loro.

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