«Intendiamo mantenere Banca Marche nel suo territorio e non consegnarla in mani straniere: anche Della Valle, è disponibile». Il patron del gruppo Ariston Thermo, Francesco Merloni, ha confermato la disponibilità della cordata di imprenditori marchigiani a entrare nel capitale della banca che Bankitalia ha posto in gestione provvisoria. Secondo Merloni, è possibile che i «cavalieri bianchi» mettano sul piatto i 300 milioni che Via Nazionale ha chiesto per ripatrimonializzare l'istituto .«C'è la volontà e si può fare», ha detto, rinviando la decisione finale al termine delle ispezioni di Bankitalia. Nel primo semestre Banca Marche ha riportato una perdita di 232 milioni e Moody's ha tagliato il rating a «Caa1», quattro gradini sopra il default.
«La gestione delle Fondazioni (Jesi, Pesaro e Macerata; ndr) è stata negativa per i cattivi investimenti, non per i prestiti alle imprese locali», ha aggiunto Merloni, riferendosi al lungo «regno» dell'ex presidente Lauro Costa. L'ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, ha escluso un coinvolgimento nella partita.GDeF
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