Il quadrumvirato composto dai presidenti di Consiglio europeo, Commissione Ue, Bce ed Eurogruppo mette a fuoco le regole-base per attribuire al fondo salva-Stati, Esm, il potere di ricapitalizzare direttamente le banche. Nel rapporto che Herman Van Rompuy, Josè Barroso, Mario Draghi e Jean-Claude Juncker presenteranno al vertice europeo della prossima settimana, viene indicato che la possibilità di iniettare risorse fresche negli istituti in difficoltà sarà accordata allo scudo anti-crisi non appena stabilito il meccanismo di supervisione bancaria unica e anche «durante la fase di transizione» verso la costituzione del fondo di risoluzione bancaria. Il tutto, nell'ambito di «un'adeguata condizionalità».
Il quartetto non indica una tempistica entro la quale il quadro normativo dovrebbe essere reso operativo, ma al tempo stesso afferma che è «questione prioritaria» definire l'area entro la quale la Bce dovrà esercitare la supervigilanza. L'impegno è trovare un accordo e adottare le norme legislative e il regolamento entro fine dicembre, in modo che l'istituto di Francoforte possa «partire subito». Nei giorni scorsi Draghi aveva spiegato che sarà necessaria una fase di transizione di almeno un anno per adattare le nuove strutture.
I tempi per la piena operatività dell'Authority bancaria Ue non sono dunque vicini. Anche perché la Germania frena. La cautela di Berlino è soprattutto riconducibile all'idea di mettere sotto la lente di Draghi non solo le banche cosiddette sistemiche (le too big to fail, per usare l'espressione coniata durante la crisi dei mutui subprime), ma l'intero sistema creditizio. I tedeschi temono di perdere il controllo sulla rete costituita dalle Sparkasse e dalle banche cooperative, da cui dipende il 40% dei finanziamenti alle imprese e il 50% dei prestiti ai privati.
Ad ogni modo, il rapporto inquadra in tre capisaldi le modalità della supervisione Bce: chiara separazione tra la politica monetaria e le funzioni di supervisione; equilibrio dei diritti di voto e di obblighi per tutti gli Stati membri che partecipano all'accordo sulla vigilanza (euro zona e Paesi che non ne fanno parte); responsabilità del nuovo supervisore anche verso il Parlamento europeo. Nessun riferimento, invece, alla questione della «solidarietà» obbligatoria tra i sistemi nazionali di garanzia dei depositi. I «quattro» si limitano a indicare che tali sistemi devono essere «finanziati in modo adeguato con il contributo del settore finanziario». In pratica, i costi saranno a carico del privato.
Il dossier non affronta inoltre un altro aspetto particolarmente delicato, quello che riguarda l'erogazione dei capitali solo per sanare le crisi future, senza alcuna retroattività sulle situazioni precedenti. È però evidente che l'Esm non agirebbe sulle banche spagnole dal momento in cui entrerà in funzione la vigilanza Bce. Così come è da escludere un ruolo del Fondo monetario internazionale nelle operazioni di ricapitalizzazione.
Quanto all'Italia, con appena 30.464 dollari, è scivolata al 30esimo posto nella classifica del Pil pro capite. Meglio di noi la Spagna, ma anche le Bahamas.
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