Basta ironie sull'euro: Merkel dica qualche sì

Berlusconi spiega: "Quella di stamparci banconote da soli era una battuta". Ma la provocazione aveva uno scopo: smuovere la Cancelliera dai suoi diktat

Basta ironie sull'euro: Merkel dica qualche sì
L'affermazione di Berlusconi per cui se, a livello di eurozona, non si fa una politica monetaria espansiva è necessario che l’Italia si stampi da sé i biglietti in euro, era una provocazione. Rivolta ovviamen­te a sollecitare Angela Merkel e a spingere Monti a prendere una iniziati­va in tal senso. Che la «proposta» di Berlusconi fosse una provocazione era evidente, dato che lui per primo l’aveva definita una «idea pazza». Il Cavaliere ieri è tornato sull’argomento e, forse per ragioni di opportunità politica o per placare i cosiddetti «falchi» all’interno del suo parti­to, ha chiarito che si trattava di «una battuta- detta, tra l’altro, in­tra moenia con ironia e col sorri­so - e che venga scambiata per una proposta, è cosa certamente grave. Ma è addirittura preoccu­pante - ha aggiunto - che venga presa a pretesto per costruirci so­pra teorie stravaganti su presun­te mie prossime mosse o per in­ventare una nuova linea politica mia o del Pdl».

L’aspetto «provocatorio» con­sisteva nella ipotesi, ovviamente irreale,che la manovra la possa fa­re l’It­alia mediante l’Istituto Poli­grafico dello Stato. Ma è necessa­rio che in Europa si faccia, con una tecnica o un’altra, una azio­ne monetaria espansiva per evita­re una crisi di liquidità che po­trebbe portare, prima o poi, alla dissoluzione dell’euro.

Venerdì l’euro è sceso a 1,24 con il dollaro, sabato, a 1,23. Al­l’inizio di aprile era a 1,33. Ha per­so l’8 per cento in 60 giorni! Ciò che sta accadendo adesso è un fe­nomeno pericoloso: in Grecia la gente ritira i soldi dai depositi ban­cari­ellenici e li mette sotto il mate­rasso o li sposta su banche di altri Stati dell’euro considerati sicuri (come la Germania) o sul dollaro, scommettendo sull’uscita dal­l’euro, dovuta alla vittoria della si­nistra. In Spagna si sta verifican­do un analogo fenomeno per un’altra ragione. Bankia, istituto bancario costituito sotto l’om­brello dello Stato, mediante il rag­gruppamento di casse di rispar­mio bisognose di risanamento, ha un ammanco di 15-20 miliardi nel capitale sociale, derivante dal fatto che aumentano le insolven­ze sui crediti immobiliari a causa del peggioramento economico. Sino a due mesi fa Madrid avreb­be potuto erogare i 15 miliardi a Bankia, perché lo spread dei Bo­nos decennali sui Bund tedeschi era a 350 punti, ora è a 537 con un tasso di interesse del 6,60% vicino al 7% giudicato insostenibile. Ma il governo di Madrid non avrebbe potuto erogare 15 miliardi a Bankia perché si tratta dell’1,5% del suo Pil e ciò avrebbe portato troppo in alto il deficit che la Co­munità europea vuole invece che scenda. Adesso se la Spagna emet­tesse 15 miliardi di tito­li per ricapi­talizzare Bankia il suo spread sali­rebbe a 600 punti, il livello di rottu­ra. Eppure la Spagna, che ha il 24% di disoccupati, sta gradual­mente riducendo il suo deficit. Ed ha un rapporto debito/Pil del 72%che salirà a fine anno all’80%, il livello tedesco.

La Spagna non ha una crisi di in­solvenza, ma di liquidità.Ha biso­gno un po’ di tempo per ritrovare il suo equilibrio. Il presidente del­la Commissione europea Ma­nuel Barroso chiede che il Fondo europeo salva Stati dia 15 miliar­di a Bankia ricapitalizzandola. Ciò placherebbe il mercato. An­che il presidente della Bce Mario Draghi suggerisce una soluzione analoga per evitare che ci sia una crisi bancaria rovinosa, quanto artificiosa, che si estenderebbe, per contagio, al resto d’Europa. La Spagna chiede che sia la Bce a intervenire, comprando debito pubblico spagnolo. Sarebbe un ri­piego estremo in teoria possibile e non molto costoso. In pratica però ciò darebbe la sensazione che gli Stati europei sono incapa­ci di scelte politiche, anche di mo­deste dimensioni, come questa, per obiettivi di interesse comu­ne, quale quello di assicurare la salute del sistema bancario euro­peo, posto sotto la vigilanza di una autorità europea. Il libero movimento dei capitali compor­ta legalmente che gli spagnoli possono spostare i soldi dalle lo­ro banche a quelle tedesche, con effetti erratici.Se non c’è un siste­ma di controllo europeo delle banche non si può avere una soli­da area monetaria.

La soluzione di erogare in un modo o nell’altro 15 miliardi li­quidi alla Spagna serve per evita­re la deflazione, o meglio per ral­lentarla, essendo essa già in atto. Occorre che Merkel lo compren­da in tempo. Venerdì i media che non sono felici se non possono dir male di Berlusconi hanno commentato la sua battuta con la superficiale affermazione secon­do cui lui sarebbe diventato un movimentista, che insegue Bep­pe Grillo.

Ieri hanno corretto il tiro scri­vendo che Berlusconi suggerisce per l’eurozona l’inflazione,dovu­ta al torchio delle banconote e che,se non la si fa,vuole che l’Ita­lia esca dall’euro, per inflazionar­si

da sé. Ciò è l’opposto del vero. Occorre una operazione di facili­tazione quantitativa per rassicu­rare i risparmiatori e difendere l’euro. È il non farlo o farlo in ritar­do mette in crisi l’euro e genera crisi economica.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica