L’aspetto «provocatorio» consisteva nella ipotesi, ovviamente irreale,che la manovra la possa fare l’Italia mediante l’Istituto Poligrafico dello Stato. Ma è necessario che in Europa si faccia, con una tecnica o un’altra, una azione monetaria espansiva per evitare una crisi di liquidità che potrebbe portare, prima o poi, alla dissoluzione dell’euro.
Venerdì l’euro è sceso a 1,24 con il dollaro, sabato, a 1,23. All’inizio di aprile era a 1,33. Ha perso l’8 per cento in 60 giorni! Ciò che sta accadendo adesso è un fenomeno pericoloso: in Grecia la gente ritira i soldi dai depositi bancariellenici e li mette sotto il materasso o li sposta su banche di altri Stati dell’euro considerati sicuri (come la Germania) o sul dollaro, scommettendo sull’uscita dall’euro, dovuta alla vittoria della sinistra. In Spagna si sta verificando un analogo fenomeno per un’altra ragione. Bankia, istituto bancario costituito sotto l’ombrello dello Stato, mediante il raggruppamento di casse di risparmio bisognose di risanamento, ha un ammanco di 15-20 miliardi nel capitale sociale, derivante dal fatto che aumentano le insolvenze sui crediti immobiliari a causa del peggioramento economico. Sino a due mesi fa Madrid avrebbe potuto erogare i 15 miliardi a Bankia, perché lo spread dei Bonos decennali sui Bund tedeschi era a 350 punti, ora è a 537 con un tasso di interesse del 6,60% vicino al 7% giudicato insostenibile. Ma il governo di Madrid non avrebbe potuto erogare 15 miliardi a Bankia perché si tratta dell’1,5% del suo Pil e ciò avrebbe portato troppo in alto il deficit che la Comunità europea vuole invece che scenda. Adesso se la Spagna emettesse 15 miliardi di titoli per ricapitalizzare Bankia il suo spread salirebbe a 600 punti, il livello di rottura. Eppure la Spagna, che ha il 24% di disoccupati, sta gradualmente riducendo il suo deficit. Ed ha un rapporto debito/Pil del 72%che salirà a fine anno all’80%, il livello tedesco.
La Spagna non ha una crisi di insolvenza, ma di liquidità.Ha bisogno un po’ di tempo per ritrovare il suo equilibrio. Il presidente della Commissione europea Manuel Barroso chiede che il Fondo europeo salva Stati dia 15 miliardi a Bankia ricapitalizzandola. Ciò placherebbe il mercato. Anche il presidente della Bce Mario Draghi suggerisce una soluzione analoga per evitare che ci sia una crisi bancaria rovinosa, quanto artificiosa, che si estenderebbe, per contagio, al resto d’Europa. La Spagna chiede che sia la Bce a intervenire, comprando debito pubblico spagnolo. Sarebbe un ripiego estremo in teoria possibile e non molto costoso. In pratica però ciò darebbe la sensazione che gli Stati europei sono incapaci di scelte politiche, anche di modeste dimensioni, come questa, per obiettivi di interesse comune, quale quello di assicurare la salute del sistema bancario europeo, posto sotto la vigilanza di una autorità europea. Il libero movimento dei capitali comporta legalmente che gli spagnoli possono spostare i soldi dalle loro banche a quelle tedesche, con effetti erratici.Se non c’è un sistema di controllo europeo delle banche non si può avere una solida area monetaria.
La soluzione di erogare in un modo o nell’altro 15 miliardi liquidi alla Spagna serve per evitare la deflazione, o meglio per rallentarla, essendo essa già in atto. Occorre che Merkel lo comprenda in tempo. Venerdì i media che non sono felici se non possono dir male di Berlusconi hanno commentato la sua battuta con la superficiale affermazione secondo cui lui sarebbe diventato un movimentista, che insegue Beppe Grillo.
Ieri hanno corretto il tiro scrivendo che Berlusconi suggerisce per l’eurozona l’inflazione,dovuta al torchio delle banconote e che,se non la si fa,vuole che l’Italia esca dall’euro, per inflazionarsi
da sé. Ciò è l’opposto del vero. Occorre una operazione di facilitazione quantitativa per rassicurare i risparmiatori e difendere l’euro. È il non farlo o farlo in ritardo mette in crisi l’euro e genera crisi economica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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