Il piano di Bending Spoons di crescita negli Stati Uniti continua a dare i suoi frutti. Dopo Vimeo, nella rete dell'unicorno italiano ieri è finita anche Aol, aggiungendo così un marchio storico di internet al proprio portafoglio di attività digitali. L'acquisizione, in accordo con Yahoo, dovrebbe concludersi entro la fine dell'anno. La nuova operazione, la quinta da inizio anno, arriva dopo il completamento di un nuova tranche di finanziamenti per un totale di 2,8 miliardi di dollari. Tranche sostenuta, tra le altre, da Banco Bpm, Bnp Paribas, Crédit Agricole CIB, Intesa Sanpaolo, JP Morgan e Unicredit. A questo punto il debito totale cumulato da Bending Spoons nel 2025 somma circa 4 miliardi di dollari. I dettagli finanziari dell'acquisizione della società di servizi Internet non sono stati resi noti. Ma fonti vicine al dossier avevano in precedenza riferito che Yahoo stava mettendo a punto la cessione dell'ex gigante del web per 1,4 miliardi di dollari. Se dunque questi fossero i termini della transazione, dopo l'acquisizione di Aol, Bending Spoons avrebbe a disposizione per nuove acquisizioni non meno di 1,4 miliardi. Secondo Luca Ferrari (in foto), ceo e co-fondatore della società tecnologica specializzata nella produzione di app "Aol è un'azienda iconica e amata, in buona salute, che ha resistito alla prova del tempo e che possiede un potenziale inespresso". Inoltre, la società americana "è uno dei dieci provider di posta elettronica più utilizzati al mondo, con una base di clienti altamente fidelizzata che conta circa 8 milioni di utenti attivi al giorno e 30 milioni al mese". La crescita di Bending Spoons non si vede solo dalle acquisizioni, ma, secondo le stime di Bloomberg, è stata valutata fino a 12 miliardi di dollari, più del doppio rispetto all'inizio del 2024.
La valutazione riflette la forte crescita del gruppo milanese dopo le acquisizioni di Vimeo, WeTransfer e Aol, con ricavi superiori a 600 milioni di euro e un ebidta di oltre 250 milioni, confermandone il posizionamento tra le principali tech private europee e, se la valutazione verrà confermata, si tratterà del più alto valore mai raggiunto da una società tecnologica italiana, probabile candidata nel tempo all'ingresso nel listino di Wall Street.