Rodolfo PariettiCosì vicini, e già così distanti. È iniziato sotto cattivi auspici il vertice dei ministri finanziari del G20 di Shangai, chiamato a dar risposte concrete al rallentamento dell'economia globale e alle turbolenze dei mercati. Servirebbe una ricetta unica, solida; servirebbero segnali di compattezza. Al momento manca la prima, latitano i secondi e si marcano le differenze. Il ministro Wolfgang Schaeuble è atterrato in terra cinese col solito piglio deciso, pronto a squadernare la ricetta tedesca. È la solita: riforme strutturali. «Non ci sono scorciatoie», ha detto tranchant il braccio armato di Angela Merkel. Nè, tantomeno, si deve insistere con gli stimoli fiscali: «La Germania non è d'accordo, è una distrazione dai problemi reali sul tappeto». Ovvero, i troppo debiti. Se si continua così, «non avremo più bisogno di guardare la tv, lo zombie (la Cina, secondo alcuni esperti, ndr) ci schiaccerà, specie nella finanze e nell'edilizia». La Francia, un clone di Berlino da quando ha avallato la proposta tedesca di imporre un tetto ai titoli di Stato in pancia alle banche, naturalmente approva: «Non c'è crisi, non abbiamo bisogno di mettere in atto nuove politiche», ha detto il ministro Michel Sapin. Altrettanto naturalmente, Schaeuble ha un doppio bersaglio: oltre ai governi lassisti, nel mirino c'è anche la Bce, criticata per la politica troppo accomodante. Sulla banca centrale stanno aumentando le pressioni in vista della riunione del 10 marzo, in cui Mario Draghi dovrebbe allargare il perimetro del quantitative easing. Goldman Sachs è convinta che l'Eurotower agirà su tre fronti: un taglio di 10 punti base del tasso praticato sui depositi overnight; un aumento di 10 miliardi del volume mensile di acquisti; e un prolungamento di sei mesi del Qe fino a settembre 2017. La Bundesbank si è già schierata contro il potenziamento delle misure di stimolo, ma il governatore di Bankitalia, Vincenzo Visco - con implicita risposta anche ai rilievi di Schaeuble - è di parere opposto: «È necessaria una risposta dal lato monetario e non ci sono segnali di alcun genere finora che possano esserci conseguenze impreviste e che i prezzi delle attività possano registrare una forte crescita. La Bce userà tutti gli strumenti a sua disposizione per mantenere una politica monetaria accomodante». Il governatore della Bank of England, Mark Carney, ha mostrato forte scetticismo verso le politiche di tassi negativi della Bce e della Bank of Japan, e dubbi sulla reale efficacia di queste linee sono stati espressi anche dalla numero uno del Fmi, Christine Lagarde. L'esito dei lavori del G20 avrà già da lunedì riflessi sui mercati.
Ieri le Borse europee hanno sfruttato la risalita del petrolio (a 33,6 dollari) e la revisione del Pil Usa, con Milano cresciuta del 2,2%. Ma Citigroup avverte: se nel comunicato finale del summit non ci sarà un chiaro segnale a sostegno di stimoli di bilancio per rafforzare la crescita, le turbolenze sui mercati continueranno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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