Boeing «pizzicata» dagli sceriffi Wto

Ma il gruppo Usa canta vittoria: «Respinte sei delle sette contestazioni di Bruxelles»

Rodolfo Parietti

Come ricevere una legnata e cantar vittoria. Succede alla Boeing dopo che la Wto, l'organizzazione mondiale del commercio, ha stabilito che il colosso aerospaziale Usa ha beneficiato di sovvenzioni federali vietate per far decollare il 777X, il nuovo velivolo per le tratte a lungo raggio. Un orientamento che accoglie la tesi contenute nella causa intentata nel 2014 dall'Unione europea, dove operano i concorrenti di Airbus. Ma solo in parte. È vero che gli arbitri del commercio hanno ordinato la rimozione entro 90 giorni dei sussidi considerati illegali (disposizione contro la quale potrà essere presentato ricorso), ma al tempo stesso non tutte le eccezioni sollevate da Bruxelles sono state accolte.

Un buon motivo, secondo Boeing, per festeggiare. La Ue, sottolineano dal quartier generale di Chicago, «aveva contestato sette diversi tipi di incentivi fiscali statali» e «la Wto ne ha respinti interamente sei su sette e ha rigettato gran parte della contestazione al settimo». Poi, l'affondo. Il gruppo Usa ricorda, infatti, che nel settembre scorso Airbus era stata pizzicata dagli sceriffi della Wto per aver commesso un illecito da 22 milioni di dollari attraverso l'incasso di aiuti illeciti da parte dell'Unione europea. «Senza di essi nè la stessa Airbus nè o suoi aerei oggi esisterebbero», sentenzia Boeing. «Al contrario, bocciando virtualmente ogni reclamo fatto dalla Ue in questo caso, la Wto ha stabilito che Boeing non ha ricevuto alcun centesimo in sussidi illegali». Il gigante dell'aria a stelle e strisce sostiene infatti di non avere ricevuto sgravi per il suo 777X e che non li riceverà fino al 2020 «perchè il primo aereo non verrà consegnato fino ad allora».

In base alle accuse di Bruxelles, il gruppo Usa avrebbe invece già ricevuto 8,7 miliardi di dollari in sussidi. Una cifra enorme soprattutto se paragonata agli appena 50 milioni di incentivi futuri stabiliti dall'organizzazione per il commercio, secondo quanto riferito da Boeing. «La Wto - aggiunge il colosso americano - ha ripetutamente sostenuto che Airbus è interamente una creatura governativa e che ora sta a loro rispettare le leggi internazionali pena il rischio di sanzioni enormi». L'azienda Usa è comunque convinta che nè la Ue, nè Airbus deporranno le armi. Un ricorso contro la decisione è già stato messo in conto. «Dopo ogni ricorso - è il parere di Boeing - ci aspettiamo che la nostra società preservi ogni aspetto degli incentivi dello Stato di Washington».

Di tutt'altro parere è l'Ue, convinta che la decisione della Wto rappresenta un colpo per gli Usa, avendo inquadrato il sussidio illecito nella categoria di quelli «proibiti», ossia tra i più anti-competitive dal momento che presuppongono un incentivo (nel caso specifico, un taglio dell'aliquota) in cambio dell'impegno da parte dell'azienda a non trasferire altrove la produzione delle ali del suo nuovo aereo.

«La decisione della Wto - ha commentato il commissario Ue al Commercio, Cecilia Mamstroem - è un'importante vittoria per l'Ue e per la sua industria aeronautica. Ci aspettiamo che gli Usa rispettino le leggi di una competizione giusta e ritirino questi sussidi senza alcun ritardo».

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