Bond, Draghi dà una lezione ai tedeschi

Novanta minuti giocati tutti all'attacco. A difesa dello scudo anti-spread. Non ha avuto bisogno dei supplementari, Mario Draghi, per smontare ieri, davanti al Bundestag, il Parlamento tedesco, le accuse con cui nelle ultime settimane, dallo scontro plateale con la Bundesbank in poi, una buona fetta della Germania ha messo sulla graticola il piano di acquisti illimitati di bond sovrani. Quattro i punti fondamentali messi a fuoco dal presidente della Bce durante l'audizione. Il primo: quello che tecnicamente viene definito Outright monetary transactions (Omt), non è un finanziamento occulto ai governi; il secondo: l'indipendenza dell'Eurotower non è in pericolo; il terzo: il piano non genera inflazione; infine, il firewall è privo di conseguenze per i contribuenti europei.
In un'ora e mezza Draghi ha dispensato certezze sull'Omt, seminando dubbi sulla Grecia. «Sono stati fatti dei progressi, ma non c'è ancora una decisione», ha detto, liquidando la notizia secondo cui Atene avrebbe raggiunto un'intesa con la Troika per una proroga di due anni del termine per risanare i conti. In cambio, il governo Samaras avrebbe accettato altre misure di austerity per 9,2 miliardi di euro nel 2013 e per complessivi 13,5 miliardi entro la fine del 2014, e deciso di alzare l'età pensionistica da 65 a 67 anni.
Una specie di giallo ellenico, passato subito in secondo piano rispetto allo scudo. Lo stesso Draghi è parso sbrigativo quando ha definito la disoccupazione «deplorevolmente alta» e ribadito che «per il prossimo anno ci aspettiamo una ripresa molto graduale». Poche parole, ma significative, quelle dedicate ai tedeschi: l'eventuale collasso dell'euro «sarebbe lo scenario più costoso per la Germania». Ecco perché l'Omt deve avere un senso per tutti. Draghi ha ricostruito minuziosamente il momento-chiave in cui è maturata la decisione di procedere con l'Omt. «Alcuni investitori - ha spiegato - si lasciavano sempre più influenzare da scenari disastrosi immaginari» nell'Eurozona. Per questa ragione, «ai Paesi percepiti come i più vulnerabili venivano applicati tassi di interesse che andavano ben al di là di quanto giustificato dai fondamentali economici o dai corrispondenti premi di rischio». Una reazione, quella dei mercati, giustificata dalle politiche «inadeguate» adottate in passato da alcuni governi. Non deve più accadere, ha ammonito l'ex governatore di Bankitalia. La strada delle riforme non va quindi abbandonata. In caso contrario, lo scudo anti-spread sarebbe un boomerang per i contribuenti. Ma questo non succederà perché «la Bce interviene solo nei Paesi in cui economia e finanze pubbliche sono su una rotta sostenibile».
Quanto alle critiche di aver introdotto con l'Omt una forma mascherata di aiuto ai governi, Draghi ha ricordato che «agiremo solo sui mercati secondari, dove i bond sono già stati emessi e commercializzati. Se ci saranno interventi riguarderanno l'acquisto di bond dagli investitori e non dai governi». Il numero uno dell'Eurotower si è poi soffermato su un tema verso cui i tedeschi sono iper-sensibili, quello dell'inflazione, negando che l'acquisto di bond possa impattare sulla stabilità dei prezzi. «Per ogni euro iniettato nel sistema - ha garantito - un euro sarà ritirato dalla massa di circolante».

Al tempo stesso, i poteri di super-vigilanza sulle seimila banche dell'Eurozona affidati all'Eurotower non ridurranno l'indipendenza della Banca centrale. «Si costruirà una muraglia cinese così alta» da non creare rischi neppure al mandato in materia di politica monetaria.
Insomma: missione compiuta a Berlino? Risposta di Draghi: «Sarebbe troppo ambizioso...».

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