Per il mercato è solo questione di ore al nuovo possibile rilancio di Andrea Bonomi per la conquista del Club Med. Una sfida nella sfida che configura ora all'orizzonte anche una battaglia tra private equity. Non solo i cinesi di Fosun (con Ardian) contro la cordata guidata da Investindustrial. In campo, ora, gli italiani vogliono schierare l'artiglieria pesante. E se da tempo Fosun si avvale dell'appoggio finanziario del fondo francese Ardian, è notizia delle ultime ore che Bonomi starebbe preparando un rilancio con il supporto del fondo Usa, Kkr.
L'indiscrezione, rimbalzata da Parigi, anticipa le intenzioni di Bonomi che si preparerebbe di nuovo ad alzare la posta alla conquista del numero uno mondiale dei villaggi. In base al regolamento francese, Bonomi ha tempo fino a giovedi 13 novembre per un rilancio e questo deve essere di almeno del 2% superiore al prezzo di Fosun (839 milioni). Una possibilità che la Borsa sta già scontando visto che, da qualche settimana, il titolo viaggia sopra i 22 euro ad azione, ovvero quanto messo sul piatto dai cinesi. Inoltre, ieri, l'azione si è portata sopra 23 euro dopo aver toccato i 24 euro. «La discesa in campo di Kkr - spiega un analista - cambia le cose. Non solo perché mette l'uno contro l'altro due big del «private» mondiale, ma perché, a questo punto, l'offerta di Bonomi può essere risolutiva, e potrebbe aggirarsi sui 25 euro, se non oltre». Kkr è considerato un partner naturale per Bonomi e potrebbe aumentarne notevolmente la potenza di fuoco. D'altra parte i due non sono nuovi in affari. In primavera, Bonomi ha ceduto a Kkr il 49% del parco di divertimenti spagnolo PortAventura (dove entro il 2016 nascerà «Ferrari Land») e, sempre insieme, hanno venduto con successo l'azienda di elisoccorso Avincis per 2,1 miliardi.
Quella per il controllo del Club Med è sempre più una saga infinita: iniziata nella primavera 2013 quando Fosun aveva offerto 17,50 euro per azione, la battaglia - per una serie di ricorsi - è però partita solo a maggio prima con 557 milioni, cifra alla quale aveva rilanciato Bonomi con 790 milioni, e poi, ancora i cinesi con 839 milioni. Da allora a oggi Bonomi ha incassato il favore dei sindacati, mentre i cinesi quello del management guidato dal presidente Henri Giscard d'Estaing. Con un fatturato annuo di 1,4 miliardi, Club Med continua ad affrontare la crisi in Europa.
Tuttavia, all'orizzonte il futuro sembra roseo. E forse spiega (in parte) la battaglia in corso.
Secondo il consensus di un analista, le vendite sono in crescita del 3,5% a 1,45 miliardi, l'ebitda 2014 è visto a 124 milioni (+5%) e l'utile (in rosso per 9 milioni nel 2013) tornerà positivo. Per le parti in campo, poi, non bisogna dimenticare la rivalutazione del titolo negli ultimi mesi. Un balzo che vale, anche per il perdente, un bel gruzzoletto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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