Bonus di 600 euro ai professionisti, la modifica che blocca tutto

In più di 400mila dovranno rifare le domanda. Dall’oggi al domani sono cambiate le regole del decreto, quando le richieste di bonus erano già partite

Bonus di 600 euro ai professionisti, la modifica che blocca tutto

Una mano tesa dallo Stato che illude. Un sussidio di 600 euro che ha le sembianze di una beffa. Spetta ai professionisti e autonomi iscritti alle Casse private, ma il suo arrivo è tutt'altro che scontato. È una misura introdotta dal governo con il decreto "Cura Italia". I professionisti iscritti agli Albi ed alle relative Casse di previdenza possono richiedere - esclusivamente tra il primo e il 30 aprile - l’erogazione degli ormai famosi 600 euro. Tale bonus non sarà conteggiato nel calcolo del reddito imponibile. Con la pubblicazione del "Decreto liquidità" in Gazzetta Ufficiale dell’8 aprile sono però cambiati i requisiti per ottenere il denaro. E sono cominciati i problemi.

L’articolo 34 del nuovo decreto ha precisato che l’indennità ora spetta agli iscritti "in via esclusiva" alle Casse private "non titolari di trattamento pensionistico". Tale modifica ha bloccato i pagamenti per le domande presentate. I nuovi requisiti, inoltre, non sono in grado di essere verificati dal solo ente di appartenenza se non con la collaborazione dell’Inps o da una autocertificazione da parte del professionista che richiede il bonus. Quest’ultima ipotesi, però, rischia di rallentare ancora di più l'elargizione.

Tutto da rifare

La norma è stata modificata. E costringe i richiedenti a rifare tutto da capo. Erano circa 500mila i professionisti che nei giorni scorsi avevano avanzato alle proprie Casse di previdenza la domanda per il bonus. Le domande dovranno essere ripresentate. Il decreto legge ha cambiato, come detto, i requisiti per ottenere l’aiuto per la crisi da coronavirus. Il provvedimento, definito comunemente "decreto liquidità", stabilisce che per ottenere il bonus bisogna essere iscritti a una Cassa "in via esclusiva". Passaggio che mancava nella bozza di decreto circolata nei giorni scorsi. E nel decreto legge del 28 marzo che modulava le regole di erogazione. Le Casse hanno già ricevuto circa 420mila richieste, ma tra queste ci sono quelle dei professionisti che svolgono anche un’attività da dipendenti che andranno depennate. L’erogazione del bonus doveva cominciare già dal 10 aprile. Ma ancora non è chiaro quando entrerà in vigore. Visti i cambiamenti apportati. Un bel casino.

A chi spetta

Secondo le ultime norme varate possono accedervi i professionisti che non siano titolari di pensione. Che con riferimento all’anno 2018, abbiano percepito un reddito complessivo non superiore a 35mila euro se la loro attività professionale è stata "limitata" dai provvedimenti restrittivi emanati in conseguenza dell’emergenza coronavirus. Oppure che, sempre con riferimento al 2018, abbiano percepito un reddito complessivo tra 35mila euro e 50mila euro e abbiano "cessato o ridotto o sospeso", l’attività in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Come saranno elargiti i bonus

La Cassa di appartenenza, dopo aver verificato la correttezza della domanda da parte dell’iscritto, eroga il bonus rispettando l’ordine cronologico delle domande. Le Casse sono tenute a inviare al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e al ministero dell’Economia i risultati del monitoraggio delle istanze ricevute e di quelle ammesse al pagamento. In quanto saranno rimborsati alle Casse gli importi pagati. Nel caso in cui i ministeri riscontrassero incongruenze o uno scostamento rispetto al limite di spesa preventivato, informeranno le relative Casse.

Queste ultime dovranno, di conseguenza, sospendere l’erogazione fino a quando non si renderanno disponibile altre risorse. I professionisti possono contare su 200 milioni di euro per l’anno 2020, somma insufficiente rispetto ai potenziali destinatari.

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