Buone notizie per il marchio di cappelli piemontese Borsalino. La procura di Alessandria ha, infatti, concesso il dissequestro al fondo Haeres Equita, la società italo-svizzera che l'ha acquistato dal Mediocredito per 18 milioni e che da tre anni gestisce in affitto l'azienda dichiarata fallita a fine 2017. Gli inquirenti avevano anche aperto un fascicolo per bancarotta fraudolenta, iscrivendo gli amministratori di Borsalino, di Mediocredito e l'imprenditore italo-svizzero Philippe Camperio. Con il nuovo accordo tra i curatori e Haeres sono state eliminate le contestazioni e il prossimo 12 luglio lo stabilimento dovrebbe essere messo all'asta, cui dovrebbe partecipare anche Haeres Equita.
Per gli oltre 134 dipendenti e per tutta Alessandria l'annunciata intesa è una boccata d'ossigeno dopo mesi di iniziative a sostegno della fabbrica dove viene prodotto il simbolo dei cappelli made in Italy amati dalle star di Hollywood, con alle spalle una storia di oltre 160 anni. Basti pensare che per creare un Borsalino servono 52 passaggi e sette settimane di lavorazione.
Trascinata nel crac finanziario di Marco Marenco, l'imprenditore astigiano condannato per bancarotta fraudolenta a cinque anni, pena patteggiata, la vicenda Borsalino tiene da mesi con il fiato sospeso, la richiesta di concordato rigettata dal tribunale di Alessandria due volte, l'anno scorso, e più di recente il braccio di ferro tra Haeres Equita e i curatori fallimentari sul contratto d'affitto, prorogato in extremis al 31 luglio a fine maggio.
La proroga è servita per proseguire le trattative tra le parti, garantendo al tempo stesso la continuità produttiva. In precedenza anche la Regione Piemonte si era detta pronta a sostenere persino l'acquisizione della società da parte dei dipendenti.
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