Entra nel vivo la crociata salva-cantieri di Salini Impregilo. Il general contractor che sta studiando il «Progetto Italia» per dare vita a un maxi polo delle costruzioni, ha mosso la sua seconda pedina. Cavaliere bianco e protagonista del salvataggio (in corso) di Astaldi con 225 milioni, ora Salini ha messo le mani sulla Cossi Costruzioni, controllata dal gruppo Condotte. Un'operazione propedeutica a un ampio piano la cui idea di fondo è quella di creare un polo che aggreghi i tanti player di settore in difficoltà: nella partita oltre a Cossi, ci sarebbero anche Condotte, Fincosit, Cmc, la Bonatti e Trevi Costruzioni. In termini di ricavi si parla di almeno 6 miliardi di euro e oltre 30 mila lavoratori. Lo scopo è quello di salvaguardare un settore strategico per il sistema paese che in termini di investimenti vale l'8% del Pil, rendendolo anche potenzialmente più competitivo.Una mission che permetterà a Salini Impregilo di crescere dimensionalmente e salvaguardare tutti quei cantieri e quel business che attualmente ha in comune con i tanti piccoli operatori in difficoltà. Il tutto, potendo contare su un intervento di sostegno della Cassa depositi e Prestiti, che più volte si è detta disponibile a un'operazione di sistema, auspicata anche per ragioni di statuto. Non per altro, la settimana scorsa, Giuseppe Guzzetti, presidente Acri-Fondazione Cariplo (azionista Cdp), ha benedetto l'operazione: «È quello di cui il Paese ha bisogno».
Il piano è allo studio del general contractor e «nel caso tramontasse l'idea di una newco potrebbe prevedere l'ingresso della Cdp nel capitale della Salini-Astaldi-Cossi e Co. con una quota intorno al 15% che lascerebbe in maggioranza la Salini Costruttori, attualmente al 68% di Salini», spiega una fonte. L'impegno finanziario della Cdp avrebbe di fatto una doppia motivazione. Cdp è azionista (in perdita) di Trevi e con il Progetto Italia potrebbe supportare il settore e salvare la sua controllata dal fallimento. La società, che sta trattando con le banche per una ristrutturazione, ha una posizione finanziaria netta negativa per 700 milioni. I debiti scaduti ammontano a 490 milioni, di cui 400 milioni di natura finanziaria e 90 di natura commerciale.
In merito al Progetto Italia, altri dettagli potrebbero trapelare prima dell'estate, quando Salini Impregilo avrà superato lo scoglio maggiore: definire il piano di salvataggio definitivo per mettere in sicurezza Astaldi. La precedente offerta aveva come limite il 31 marzo, ma la scadenza sarebbe passata a fine maggio. Lunedì un cda Astaldi prenderà atto della richiesta di proroga di Salini. Due mesi, dunque, per definire i contorni di questo polo nel quale ieri ha fatto il suo ingresso la Cossi. Nel dettaglio l'operazione prevede che Salini arrivi a detenere il 63,5% dell'azienda, che manterrà nell'azionariato la famiglia Cossi e la Banca Popolare di Sondrio, entrambe col 18,25%. Il piano prevede la ricapitalizzazione della società valtellinese da parte delle banche con la rinuncia alla gran parte dei propri crediti, per un valore di 24 milioni, a cui si aggiunge un prestito di 12 milioni da parte di Salini Impregilo per mettere in sicurezza le operazioni correnti e temporaneamente il capitale circolante netto.
Cossi ha 170 dipendenti e opera nei mercati italiano e svizzero. Tra le opere più significative realizzate ci sono il ripristino del Traforo del Monte Bianco dopo l'incendio e più di recente la «Variante di Morbegno» in Valtellina.
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