Economia

Centinaia di pagine di regole: il ​nuovo testo del Fisco è una giungla

Le micromisure del governo hanno complicato il fisco senza garantire a priori una riduzione della pressione fiscale

Centinaia di pagine di regole: il ​nuovo testo del Fisco è una giungla

Il nuovo fisco è una giungla, e al suo interno è sempre più difficile orientarsi. Il 2020 lascia in eredità dietro di sé un'ampia gamma di misure di sostegno al reddito, interventi anticrisi e provvedimenti emergenziali, ma anche un mosaico di micromisure che il governo e il Parlamento hanno approvato per tamponare gli effetti più dannosi della crisi da coronavirus.

I contribuenti desiderosi di approcciarsi alle nuove misure psote in essere per compilare dichiarazioni, moduli 730 e protocolli di varia natura dovranno trovarsi di fronte a oltre 200 pagine di istruzioni di nuova creazione e a una selva di provvedimenti e commi aggiuntivi che fanno venire meno uno dei fondamentali presupposti dell'azione fiscale: la certezza del tributo e della sua determinabilità.

In questi giorni l'Agenzia delle Entrate ha pubblicato sul proprio sito internet i modelli e le istruzioni (non ancora in versione definitiva) della futura dichiarazione dei redditi per pensionati e lavoratori dipendenti, recependo le novità normative che riguardano l’anno d'imposta 2020. Dall'ampliamento del bonus 80 euro al superammortamento, dal celebre "bonus monopattino" a quello per le vacanze, passando per l'ampia gamma di misure targettizate (come i sussidi alle famiglie) o di bonus a pioggia erogati nei mesi scorsi ogni voce destinata ad essere inserita nelle dichiarazioni dei redditi porta con sè modifiche ai tabulati dei moduli o alle loro diverse voci che il contribuente deve comprendere al meglio. "Debutta, altresì, dal periodo d’imposta 2020 anche la detrazione dall’imposta nella misura del 19% degli oneri condizionata dal pagamento con versamento bancario o postale ovvero altri sistemi di pagamento tracciabili", fa notare Il Sole 24 Ore.

Nel fisco, purtroppo, la legge non ammette ignoranza. E la nostra non è affatto un'accusa alla burocrazia creata dall'Agenzia delle Entrate, che deve recepire norme e istruzioni provenienti dal decisore politico, quando un grido d'allarme circa i rischi che un sistema tanto complesso può creare per i contribuenti.

In primo luogo, in una selva tanto intricata i contribuenti rischiano di perdersi e di non ritrovarsi al suo interno. Rischiando, se non guidati, di pagare tributi evitabili e di veder sfuggire possibili esenzioni o, al contrario,di incorrere in errori.

In secondo luogo, la natura estremamente emergenziale di molte misure (dal bonus rubinetti al taglio dell'aliquota al 10% per il cibo da asporto e a domicilio) hanno una natura temporanea e saranno con ogni probabilità in vigore solo per le dichiarazioni relative all'anno di imposta 2020. Costringendo i cittadini italiani a nuove giravolte per studiare le novità del fisco anche con l'anno prossimo.

In terzo luogo, è tutto da definire il fatto che queste misure finiranno per garantire un effettivo calo della pressione fiscale media che grava sui cittadini italiani, superiore per molti redditi da lavoro al 40%. In Germania, nel quadro di piani di stimolo di portata colossale (8,4% del Pil in spesa pubblica) il governo di Angela Merkel ha optato per una strategia ben più semplice e radicale per facilitare la posizione fiscale dei cittadini tedeschi: un taglio alle clausole Iva generalizzato. Dal 1 luglio il Governo di Berlino ha deciso di tagliare l'aliquota, che passa (quella ordinaria) dal 19 al 16% e dal 7 al 5% per quella ridotta.

In quarto luogo, infine, va valutato a livello aggregato il rischio che le sanzioni per eventuali errori legati a problemi nelle compilazioni o fattori simili colpiscano duramente i lavoratori più in sofferenza per l'attuale crisi, dagli autonomi ai detentori di redditi inferiori alla media nazionale. Ovvero quelle figure che hanno avuto la necessità di confrontarsi con il più intricato groviglio di misure e microinterventi.

Nell'anno della pandemia e della grande incertezza la semplificazione del fisco era da ritenere una priorità politica da perseguire a tutti i costi assieme alla liberazione di energie economiche nel tessuto sociale per mezzo di un calo della pressione media garantito e stabile. Brancolando nel buio, il governo giallorosso ha sommato in una stessa composizione le tessere di diversi puzzle creando un mosaico contraddittorio e di difficile interpretazione per gli addetti ai lavori.

Trasformare la compilazione della dichiarazione dei redditi nell'ennesima occasione di incertezza dell'era storica più complessa della nostra storia rischia di essere un nuovo, costoso autogol politico da parte dell'esecutivo.

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