Cattolica lascia aperta la porta alla spa

"Non è sul tavolo del cda", dice Bedoni. Ma apre a una riflessione con i soci

Cattolica lascia aperta la porta alla spa

«La trasformazione in spa non è sul tavolo dei lavori del cda. Sicuramente un approfondimento di quelle che sono le evoluzioni entro il modello di un sano equilibrio tra soci e azionisti è un tema che guarderemo con attenzione», ha detto ieri il presidente di Cattolica Assicurazioni Paolo Bedoni. Senza dunque chiudere la porta alla svolta attesa dal mercato. La compagnia veronese, infatti, è rimasta l'unica cooperativa assicurativa quotata a Piazza Affari. Tradotto: i soci in assemblea contano uno a prescindere da quante azioni posseggano. Ma l'alleanza bancassicurativa siglata con il Banco Bpm, oltre all'ingresso di Warren Buffett nell'azionariato, accelerano il cammino verso un'evoluzione ormai data per scontata nelle sale operative. Bedoni ieri ha anche commentato l'investimento di Buffett, «avvenuto in un momento molto importante della storia di Cattolica, quando finalmente si era chiusa dopo l'assemblea di aprile l'uscita definitiva della popolare di Vicenza e questo è un riconoscimento importante. È un imprenditore che interviene sulle imprese sane, con una governance chiara e che puntano a prospettive di sviluppo». Il suo ingresso, ha aggiunto il presidente, «chiude definitivamente un'epoca e toglie incertezza sul titolo» che nell'ultimo mese ha guadagnato quasi il 24% (ieri +0,67% a 9,03 euro).

Quanto all'accordo con il Banco Bpm, che appare ora in dirittura d'arrivo (martedì l'istituto milanese ha concesso ai veneti un'esclusiva di due settimane che prevede l'acquisizione di una quota di maggioranza di

Popolare Vita e Avipop Assicurazioni), Bedoni ha sottolineato che non prelude in alcun modo a un ingresso di Cattolica nel capitale dell'istituto veneto. Escludendo anche l'ipotesi di dover ricorrere a una ricapitalizzazione.

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