Il governo non riesce a sciogliere il nodo Cdp. Alle 21 di ieri sera le trattative sulle nomine, in particolare sulla scelta dell'amministratore delegato, da proporre nella lista firmata dal ministero del Tesoro, erano ancora in alto mare. Un lungo «conclave» delle Lega, iniziato a metà pomeriggio e coordinato dal regista Giancarlo Giorgetti, non sarebbe riuscito a trovare la quadra sul nome del candidato. Il favorito, almeno fino a ieri, sembrava l'ex Intesa Sanpaolo, Marcello Sala. Ma qualche dubbio sarebbe stato avanzato nelle ultime ore anche dal ministro dell'Economia, Giovanni Tria, che per il nuovo timoniere della Cassa gradirebbe un altro genere di profilo manageriale.
L'obiettivo sarebbe dunque quello di guadagnare altri tre giorni per sperare di presentarsi all'assemblea di venerdì 13 con in tasca il nome giusto. E nel frattempo magari riempire un'altra casella importante, quella del nuovo direttore generale del Tesoro (in pole position per il posto finora occupato da Vincenzo La Via c'è Alessandro Rivera) che dovrà anche mettere il sigillo alle nomine della Cassa Depositi. L'unico punto fermo, al momento, resta l'elenco depositato dalle Fondazioni socie di minoranza (al 16%) della Cassa con i tre nomi dei candidati designati per il cda, tra i quali il futuro presidente Massimo Tononi. In assenza di una lista unica l'azionista di maggioranza, ovvero il Tesoro, potrà comunque indicare venerdì i suoi sei rappresentanti nel board. Nello statuto si legge infatti che, nel caso in cui venga presentata un'unica lista, l'«assemblea delibera con le maggioranze di legge» e, «con il voto unanime di tutti gli aventi diritto presenti, può comunque deliberare che alla nomina dei componenti del Consiglio non si proceda con votazione in base al meccanismo del voto di lista; le nomine in tal caso avvengono con le maggioranze di legge». Un'ipotesi più estrema vedrebbe un nuovo slittamento con l'incontro tra i soci rinviato a metà agosto.
«Spero» che il nome del nuovo ad esca «questa settimana e sarà un segnale di rinnovamento. Nessuno deve immaginare che stia arrivando un governo di barbari che mette a ferro e fuoco Cdp», aveva assicurato detto Di Maio sabato scorso.
Mentre il giorno prima, Giorgetti era sembrato ancora più sicuro di arrivare a un verdetto entro i tempi previsti: «Decide il ministro Tria ma i tempi sono ormai maturi per decidere», aveva dichiarato venerdì il sottosegretario leghista. Forse con troppo ottimismo.
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