Poste italiane e Cassa depositi e prestiti hanno rinnovato ieri la convenzione per il risparmio postale, sottoscritta dai rispettivi amministratori delegati Francesco Caio e Giovanni Gorno Tempini. L'accordo era scaduto alla fine del 2013 e la novità di quello nuovo è la durata: cinque anni anziché tre, ovvero dal 2014 al 2018. Il dettaglio non è di poco conto, perché consolida nel medio-lungo periodo il rapporto sul risparmio postale tra i due gruppi, e questo ha un rilievo particolare per le Poste in vista della quotazione in Borsa della società. Ricordiamo che entrambi i gruppi, la cui fisionomia è quella della società per azioni, fanno capo allo Stato: Poste è al 100% del ministero dell'Economia e delle finanze; la Cassa depositi e prestiti è controllata dallo stesso ministero con l'80,1% del capitale, mentre il 18,4% è posseduto da Fondazioni di origine bancaria e il restante 1,5% è in azioni proprie.
Per antica tradizione, la Cdp amministra il risparmio postale; è, cioè, la «cassaforte» delle Poste. I 13mila sportelli postali sono la rete esclusiva di Cdp, che emette (con marchio congiunto) libretti e buoni che le Poste collocano presso il mercato dei risparmiatori. Parliamo di cifre colossali: lo stock di risparmio postale è attualmente pari a circa 320 miliardi di euro e rappresenta il 9% dell'ammontare totale del risparmio detenuto dalle famiglie sotto forma di attività finanziarie. La Cdp è la più grande istituzione finanziaria pubblica italiana. La Cassa, a sua volta, utilizza quel denaro per investimenti legati allo sviluppo del Paese; e remunera l'attività delle Poste con una cifra che nell'ultimo esercizio è stata di 1,620 miliardi di euro. Questa collaborazione tra Cdp e Poste è consolidata da 150 anni di storia.
Che cosa c'entra tutto questo con la quotazione in Borsa di Poste italiane, ora prevista nel 2015? Il prolungamento della convenzione allunga le previsioni delle entrate nel conto economico delle Poste, e permette quindi di avere un orizzonte temporale di più largo respiro, su scala quinquennale, che è l'arco di un piano industriale da presentare alla comunità dei sottoscrittori. Va ricordato, sempre in quest'ottica, che la legge di Stabilità in corso di approvazione stanzia 265 milioni a favore delle Poste come corrispettivo per il «servizio universale», cioè per il recapito della corrispondenza anche là dove non è economico. Un altro elemento che dà certezza alle entrate, e quindi al bilancio della società guidata da Francesco Caio.
L'accordo di ieri prevede nuovi investimenti in tecnologia, comunicazione, promozione e formazione, al fine di innovare e ampliare i servizi associati ai buoni e libretti postali e per aumentare l'attenzione verso i
risparmiatori. Va anche osservato che è in forte espansione la raccolta effettuata attraverso il sistema Poste Pay evolution, che prevede l'accredito senza costi su carta di credito di pensioni e stipendi come su un conto corrente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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