Economia

Cedole per 3,3 miliardi: un mese d'oro per Intesa

In arrivo 1,9 miliardi in ottobre e 1,4 a novembre. Attesa per il piano industriale 2022-25 a febbraio

Cedole per 3,3 miliardi: un mese d'oro per Intesa

In arrivo una pioggia di dividendi per Intesa Sanpaolo. In tutto 3,3 miliardi in poco più di un mese e, in Piazza Affari, il titolo guadagna l'1,1% a 2,52 euro. Ieri l'assemblea degli azionisti della banca milanese ha deliberato il pagamento, il prossimo 20 ottobre, di 1,93 miliardi di cedole (pari a 9,6 centesimi per azione), che si aggiunge ai 654 milioni erogati a maggio (3,57 centesimi per azione), portando così a 3,505 miliardi (75% degli utili) la retribuzione sul 2020. Ma non è finita. Prevediamo un interim dividend per 1,4 miliardi che sarà pagato il 24 novembre ha ricordato Carlo Messina, ad della Ca' de Sass sottolineando come la capacità di remunerare in maniera significativa gli azionisti, resa possibile dall'elevata redditività, si abbini alla notevole solidità dei livelli patrimoniali, ampiamente superiori ai requisiti regolamentari.

Quanto al futuro, il nuovo piano industriale dovrebbe mantenere alto l'impegno verso i soci registrato negli ultimi anni: per l'esercizio 2014 sono stati pagati 1,2 miliardi di dividendi, 2,4 miliardi per il 2015, 3 per il 2016, 3,4 per il 2017 e altrettanti per il 2018, e dopo lo stop sul 2019 imposto dalla Bce e i 3,5 miliardi sul 2020, sul 2021 è previsto un payout al 70% degli utili.

A beneficiarne prima di tutto sono le fondazioni bancarie che, solo nel 2021, incasseranno 1,5 dei 4 miliardi di dividendi distribuiti nel corso dei dodici mesi a sostegno della loro azione inclusiva nei confronti del territorio. In quest'ottica, Messina conferma di voler mantenere Intesa quale motore della crescita sostenibile e inclusiva e di voler inoltre attivare nell'arco del Pnrr, erogazioni a medio e lungo termine per oltre 410 miliardi di qui al 2026, al fine di accelerare la transizione ecologica, la digitalizzazione, i progetti infrastrutturali, il rafforzamento del sistema sanitario, la ricerca, la coesione sociale.

In ogni caso, il piano 2022-2025 previsto a febbraio, per gli analisti Intesa Sanpaolo presenta un dividend yield (rendimento) superiore alla media. Secondo i multipli di Intermonte sulle stime 2022 il titolo rende il 6,2% e sul 2023 il 6,4% (5,5% e 5% la una media italiana di settore).

Il ritorno ieri alle supercedole è stato reso possibile con la decadenza, con ottobre, dei vincoli imposti dalla Bce in seguito alla pandemia. Su questo fronte è intervenuto ieri Andrea Enria, a capo della vigilanza della Bce che da Bruxelles, pur riconoscendo la resilienza del settore, ha comunque invitato alla prudenza. Anche se le prospettive sono migliorate, la cautela resta essenziale. Continueremo ad applicare la massima vigilanza nel monitoraggio dell'accumulo dei rischi.

In particolare, l'Eurotower ha acceso i riflettori sulla qualità del credito.

Le cifre appaiono ancora favorevoli, ma la qualità degli asset sembra deteriorarsi, vediamo aumentare la vulnerabilità immobiliare in alcuni Stati e i fallimenti iniziano a salire in alcuni settori ha sottolineato Enria secondo cui: Le proiezioni degli npl possono essere eccessivamente ottimistiche.

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