La Cina abbatte il lusso. Swatch in caduta (-10%)

Pechino fa causa agli Usa sulle auto elettriche

La Cina abbatte il lusso. Swatch in caduta (-10%)
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La frenata del Pil cinese e i venti di guerra commerciale si abbattono sul comparto del lusso. Tutto è partito dai dati del secondo trimestre, con una crescita che si è limitata al 4,7% su anno, a un ritmo sotto le attese degli analisti (+5,1%) e alla velocità inferiore dall'inizio del 2023. Pesano vendite al dettaglio che crescono di appena il 2%, una produzione industriale (+5,3% a giugno) di nuovo in rallentamento dal dato di maggio e la crisi irrisolta del mercato immobiliare (i prezzi delle case sono calati del 4,5%). Numeri che, dalla prospettiva di un'economia matura, possono sembrare positivi, ma letti da un Paese abituato a ben altri ritmi come la Cina non sono poi un risultato così brillante. Tant'è che i titoli del lusso, che puntano molto sul mercato cinese, sono finiti in rosso: in Italia, Salvatore Ferragamo ha perso il 6,6%, mentre sul paniere principale di Piazza Affari Brunello Cucinelli ha lasciato sul terreno il 4,2% e Moncler il 2,3 per cento. All'estero, deboli anche i giganti francesi Lvmh (-2,8%) e Kering (-5,4%). Capitombolo fragoroso per Swatch - il gruppo degli orologi di plastica che ha in portafoglio marchi del lusso come Tissot, Longines e Omega - che perde il 9,8% dopo conti zavorrati da un calo delle vendite del 14,3% negli ultimi sei mesi (sul quale ha pesato proprio il mercato cinese) e un utile netto crollato del 70%.

Intanto, il paese guidato da Xi Jinping (in foto) da ieri e fino a giovedì ha dato inizio al Terzo plenum del partito comunista, evento politico dal quale potrebbero emergere nuove riforme e misure di stimolo per incentivare la ripresa economica.

Sempre ieri, inoltre, il Dragone ha dichiarato di aver avviato una nuova procedura presso l'Organizzazione mondiale del commercio contro i sussidi concessi dal piano verde del presidente Joe Biden (il cosiddetto Ira) all'industria dei veicoli elettrici statunitense, accusandola di concorrenza sleale. La seconda economia mondiale aveva avviato la controversia già a marzo, ma dopo il fallimento dei negoziati con Washington ha chiesto all'organizzazione di «istituire un gruppo di esperti» sull'argomento.

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