di Marcello Zacché
Come si era capito, la Cir non ha avuto alternative: il valore di Sorgenia è stato azzerato e così il bilancio 2013 è chiuso in rosso di 270 milioni, la perdita più pesante dai tempi della crisi dell'Olivetti. E Carlo De Benedetti ha lasciato anche i cda di Cir e Cofide, dove ancora sedeva.
E questo nonostante nel 2013 la holding della famiglia De Benedetti, presieduta da Rodolfo, abbia beneficiato di un'entrata straordinaria quale l'assegno di 491 milioni staccato dalla Fininvest della famiglia Berlusconi in seguito alla sentenza sul «Lodo Mondadori». Senza tale flusso eccezionale, la perdita di bilancio della Cir avrebbe sfiorato i 600 milioni. La causa è il disastro Sorgenia, la società elettrica schiacciata da 2 miliardi di debiti con le banche, che stanno per diventarne i padroni, e che sempre ieri si è appreso aver chiuso il bilancio 2013 con una perdita di 783 milioni, contro i già pesanti 196 milioni bruciati nel 2012. Ma la quota di rosso che si scarica sul bilancio Cir è beffardamente identica alla cifra lorda del Lodo Mondadori: 491 milioni. In altri termini si può dire che il buco di Sorgenia è stato colmato dalla Fininvest. E tuttavia non è bastato.
Escludendo gli effetti non ricorrenti, e dunque senza la svalutazione di Sorgenia, si legge nella nota del gruppo, Cir sarebbe stata comunque in rosso, per 32,6 milioni, in linea con i 30,4 milioni del 2012. Il cda, in ogni caso, proporrà all'assemblea di non distribuire dividendi.
Previsioni fosche anche per il futuro: per quanto riguarda il 2014 Cir prevede che l'esercizio sarà influenzato dalla ristrutturazione del debito Sorgenia, su cui «proseguono attivamente le discussioni tra l'azienda, i soci e il sistema finanziario a testimonianza della volontà delle parti di raggiungere un accordo».
Nel dettaglio, le svalutazioni legate a Sorgenia, hanno determinato una perdita complessiva nel bilancio consolidato della holding pari - come si diceva - a 491 milioni dopo le importe e al netto dei terzi. In positivo, invece, si è registrato un effetto (al netto di imposte e spese varie) di 344,2 milioni sul risultato netto, legato al Lodo Mondadori, che ha determinato un risarcimento lordo a favore di Cir pari di 491,3 milioni. Il negoziato con le banche, intanto, prosegue, e dovrebbe chiudersi presto con la conversione di 400 milioni di debiti in capitale, più 200 in un bond convertendo, e il contestuale azzeramento della quota Cir.
Ieri si è appreso, dal prospetto dell'aumento Mps, che la banca senese vanta nei confronti di Sorgenia e della società correlata Tirreno Power un'esposizione totale di 710,6 milioni. Nel corso del mese di dicembre 2013 - spiega Mps - sono stati avviati due processi di ristrutturazione.
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