È atteso per l'inizio di settembre il via al road show negli Stati Uniti attraverso il quale Sergio Marchionne, in qualità di presidente di Cnh Industrial, presenterà alla comunità finanziaria il nuovo colosso originato dalla fusione tra Fiat Industrial e Cnh. Il gruppo, che si prepara a competere a livello globale nei settori delle macchine agricole, movimento terra, nel trasporto pesante e in quello dei veicoli commerciali, grazie al marchio Iveco, sarà quotato entro la terza-quarta settimana di settembre sulle piazze di Wall Street, il mercato di capitali più grande del mondo, e Milano.
Nel frattempo il presidente Marchionne ha deciso di assegnare al manager Richard Tobin il ruolo di chief executive, cioè di gestore operativo, di Cnh Industrial. Tobin, attualmente chief operating office di Fiat Industrial e chief executive di Cnh, nonché membro dello Iec (Industrial executive council di Fiat Industrial), si può considerare tra i fedelissimi di Marchionne e della famiglia Agnelli, avendo lavorato nella ex partecipata di Exor, Sgs, in Svizzera.
Lo stesso presidente di Exor e Fiat, John Elkann, aveva recentemente fatto il suo nome tra i manager in pole position per occupare ruoli di primo piano all'interno della galassia torinese. Sarà dunque Tobin ad affiancare Marchionne nella messa a punto del programma strategico e operativo di Cnh Industrial, incluso il più volte ventilato progetto di rafforzare Iveco, proponendo la sua gamma anche sul mercato nordamericano, prima con il «leggero» Daily (magari appoggiandosi alla rete commerciale di Cnh) e, in un secondo tempo, probabilmente anche con i veicoli pesanti, entrando così in concorrenza con i colossi europei del trasporto già presenti con i loro Tir negli Stati Uniti.
Sfida centrale, come affermato da Marchionne davanti agli azionisti di Fiat Industrial l'8 aprile scorso, sarà quella di dare al colosso Cnh Industrial tutta «la necessaria flessibilità per perseguire le migliori scelte strategiche e cogliere le opportunità di crescita e di consolidamento che si dovessero presentare», in poche parole: partnership, alleanze e accordi anche tramite scambi azionari. Senza dimenticare il peso che l'Italia (14 stabilimenti, 10 centri di ricerca e 19mila occupati) avrà in questo gruppo. Marchionne, in proposito, si è detto intenzionato «a preservare questa realtà, ma anche a renderla più forte e competitiva».
Oltre al presidente Marchionne e al delfino Tobin, il cda di Cnh Industrial è composto da John Elkann, Mina Gerowin, Patrizia Grieco, Leo W. Houle, Peter Kalantzis, Guido Tabellini, Jacques Theurillat e Jacqueline Tammenoms Bakker.
Parallelamente alla nomina di Tobin ai vertici di Cnh Industrial, ieri è arrivata quella di Massimiliano Chiara a cfo di Fiat Industrial e Cnh al posto di Pablo Di Si, il quale «ha lasciato il gruppo per perseguire altri interessi».
La sua nomina, spiega in una nota Marchionne, «è la dimostrazione evidente dell'attenzione che in Fiat e Fiat Industrial dedichiamo allo sviluppo dei futuri leader».
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