Economia

«Conto in banca troppo caro: può calare di 180 euro»

Ci sono spazi per ridurre i costi dei conti correnti, con risparmi possibili fino a 180 euro. È la conclusione a cui giunge l'Antitrust al termine di un'indagine conoscitiva che ha riguardato un campione di 52 banche e oltre 14.500 sportelli (44% del totale). Secondo l'Authority guidata da Giovanni Pitruzzella, ci sarebbero ancora ostacoli al «pieno dispiegarsi della concorrenza».
In particolare, l'Antitrust ha rilevato che nel periodo di osservazione (2007-2012), una sostanziale riduzione dei costi si è verificata soprattutto per i giovani (-19%), mentre un calo meno rilevante si è registrato per famiglie e pensionati con operatività minore. Prezzi praticamente invariati per le altre categorie. L'inchiesta ha messo in evidenza che il costo medio dei conti correnti nel 2012 si è attestato a 80 euro (100 euro nel 2009), un valore inferiore alla media europea. I conti online inoltre risultano del 30% più convenienti rispetto a quelli tradizionali. Tuttavia c'è un'elevata dispersione dei prezzi. La differenza tra prezzo massimo e minimo per i conti tradizionali si attesta tra i 100 e i 150 euro con punte massime di 180.
Quali sono i punti critici? Non solo la gente tende a non cambiare da una banca all'altra, ma resta legata al proprio «c/c» anche in presenza di offerte migliori da parte del proprio istituto, segnale che c'è poca informazione (soprattutto nella comparazione dei costi). Un altro ostacolo è il legame tra conto corrente e servizi bancari (domiciliazione bollette, carte di credito, mutui, ecc.). Ultimo ma non meno importante: i «lunghi» tempi di chiusura (massimo di 37 giorni lavorativi in caso di dossier titoli). Tematiche che troveranno risposta nell'applicazione della nuova direttiva europea.
Ai rilievi dell'Antitrust, l'Abi ha replicato che i prezzi registrati dall'Authority sono in linea con quelli già rilevati di recente da Bankitalia. Un costo medio annuo di 100 euro rappresenta 27 cent al giorno, cifre impensabili fino a qualche anno fa e ancor più significative in un periodo di redditività ai minimi storici.

Il tasso di mobilità dei clienti (10-12%), conclude l'Abi, è in linea con la media Ue.

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