Economia

Crolla il mercato dell'elettronica di consumo

La flessione è profonda: dai quasi 11 miliardi incassati dai negozi si è passati nel 2011 a circa 10 miliardi, con un calo dell'8,3%

Crolla il mercato dell'elettronica di consumo

Crolla il mercato dell'elettronica di consumo, uno dei termometri che meglio illustrano le spese degli italiani. I dati sono stati diffusi ieri da Aires, l'Associazione italiana retailer elettrdomestici specializzati, alla quale aderiscono le sette più grandi catene del settore: Eldo, Elite, Euronics, Expert, Gre, Mediamarket e Unieuro; il “sistema” Aires rappresenta il 73% del mercato italiano. I dati sono stati elaborati da Accenture. La flessione è profonda: dai quasi 11 miliardi incassati dai negozi delle reti aderenti ad Airs nel 20010, si è passati nel 2011 a circa 10 miliardi, con un calo dell'8,3%. Un dato che - ha sottolineato Albino Sonato, presidente dell'associazione e di Euronics - sarebbe stato ancora più negativo senza lo sforzo promozionale dei singoli marchi, che per sostenere i consumi hanno ridotto i propri margini.

Il risultato arriva, questo va detto, dopo un anno come il 2010, che era stato caratterizzato dal record storico nella vendita di televisori, dovuto soprattutto all'introduzione del digitale terrestre. E proprio i televisori sono i prodotti che nel 2011 hanno sofferto di più. In crescita soltanto la telefonia, con un più 3%, grazie al successo degli smartphone, che a sua volta cannibalizza molti altri piccoli strumenti elettronici (dal navigatore alla macchina fotografica alla videocamera, all'orologio, alla calcolatrice: tutte funzioni ormai contenute nel telefonino).

Pessime anche le previsioni per il 2012, cominciato già con un gennaio a meno 11% sul gennaio dello scorso anno. Febbraio annuncia un calo del 10-13%, sempre anno su anno. Le stime per l'intero 2012 sono di un ulteriore calo complessivo delle vendite tra il 5 e il 10%. Le catene, che occupano 21mila dipendenti, già stanno “rinunciando” a molti contratti a tempo determinato, nell'ordine del 2-3% del totale. Complessivamente ci saranno tagli e razionalizzazioni; segnalati i casi di assunzioni per un giorno, per la sola domenica: paradossi del mercato del lavoro italiano, sullo sfondo di una crisi che morde sempre di più. Molte misure sono all'orizzonte, dalla chiusura di negozi, alla selezione dell'offerta, alla riduzione delle superfici.

Veniamo ai dati in dettaglio. Le vendite complessive nel 2010 erano state di 10,975 miliardi; nel 2011 sono scese a 10,067. Tra i prodotti, i più penalizzati nel 2011 sono stati quelli di elettronica di consumo (audio e video in particolare), con un meno 20,8%. Giù anche climatizzatori (meno 15,6%), grandi elettrodomestici (frigoriferi e lavatrici), meno 8,4%, foto (meno 5,5%). Tengono i prodotti dell'Information technology e quelli d'intrattenimento (rispettivamente meno 0,1% e meno 1,2%). Controtendenza, grazie al progresso dei modelli e delle funzioni, il settore delle telecomunicazioni, in altre parole telefonini e affini. Il settore è preoccupato dall'eccesso di offerta e dalla continua erosione dei prezzi, ai quali molte promozioni indiscriminate non fanno bene.

I dati scontano in parte l'aumento dell'Iva al 21%, mentre si guarda con sgomento alla prossima aliquota del 23%.

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