Deutsche Bank tra scandali e terzo trimestre in rosso

Deutsche Bank tra scandali e terzo trimestre in rosso

Giornata da dimenticare per Deutsche Bank (-5,4% a 37,2 euro) che in poche ore ha visto volatilizzare in Borsa 2,3 miliardi di capitalizzazione dopo la diffusione dei dati del trimestre (chiuso con una perdita pre tasse che ammonta 1,15 miliardi di euro, a causa di oneri per spese legali) e, soprattutto, dopo la conferma di indagini in corso da parte della Bafin, la Consob tedesca, per presunta manipolazione dei tassi di cambio.
Ma non è certo la prima volta che Deutsche Bank, il principale gruppo finanziario tedesco, si trova nell'occhio del ciclone. Oggi l'accusa è quella di aver consentito (o comunque di non aver effettuato adeguati controlli) che impiegati della banca concordassero, in collusione con altri istituti, un determinato tasso di cambio per un determinato giorno e ora, permettendo quindi le speculazioni sui cambi valutari.
Uno scandalo di portata enorme posto che il mercato dei cambi, di cui Deutsche Bank è uno dei principali trader a livello mondiale, equivale a scambi giornalieri per 5 miliardi di dollari. La vicenda, per di più, presenta numerose analogie con lo scandalo Libor sui cui è intervenuta lo scorso dicembre la stessa Commissione Ue. Bruxelles, infatti, ha sanzionato sei banche, tra cui appunto Db, con una multa miliardaria (in tutto 1,7 miliardi) per aver fatto cartello e manipolato i tassi d'interesse sui derivati in euro e yen (quindi sui tassi Euribor e sullo Yen Libor). In particolare il conto per il gruppo di Francoforte è stato piuttosto salato: 725 milioni di euro.
Sempre a dicembre il gigante finanziario tedesco è stato multato dalla Federal House Finance Agency per complessivi 1,9 miliardi di dollari per una vicenda legata alla vendita di cartolarizzazioni immobiliari. E altre sanzioni potrebbero arrivare a stretto giro di posta posto che, in Germania, è in corso un'indagine per frode fiscale.
Non proprio un campione di virtù, a quanto pare. E tre anni fa, a farne le spese è stata anche Roma. Proprio Deutshe Bank, infatti, ha fatto esplodere la bomba dello spread con tutte le sue conseguenze economiche, politiche e finanziarie.
Tra dicembre 2010 e giugno 2011 la banca tedesca si era liberata di 7 miliardi di Btp passando da 8,01 miliardi a 997 milioni, pur proseguendo, a diffondere report lusinghieri su quegli strumenti finanziari.
L'operatore aveva motivato l'operazione per riequilibrare l'esposizione al debito italiano ai valori storici, dopo che con l'acquisizione di Postbank, avvenuta a fine 2010, si era registrato un picco rispetto ai valori medi del gruppo (esposizione su titoli italiani a 1-1,5 miliardi).


Nessuno ci aveva creduto, neppure a quell'epoca. Persino Romano Prodi, ex presidente della Commissione europea, aveva parlato di «una mancanza di solidarietà che porta al suicidio anche per la Germania...significa obbligare tutti a giocare in difesa».

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